Tratto dal quotidiano La Nazione, a firma di Giancarlo Zampini
marzo 2011
Una sala del “Museo dello sbarco”, inaugurato a Catania sei anni fa nella zona delle ex ciminiere, è stata recentemente allestita con oltre ottanta fotografie del quarratino Aldo Innocenti: l’iniziativa, intitolata “Sicilia 1943”, è stata patrocinata dalla Regione. Il coinvolgimento di Aldo Innocenti si è reso possibile grazie all’impegno, e la passione per quanto accaduto nella seconda guerra mondiale, del nostro collega Alberto Macchini che ha tenuto i contatti con la direzione del museo catanese e la direttrice dello stesso, Nunziatina Spatafora. Una storia che ci porta indietro di oltre sessant’anni, quando Aldo Innocenti, ora falegname in pensione, prestava servizio nell’aeronautica, come egli stesso racconta: <<Era la primavera del 1940, avevo solo 21 anni, terminato il Car in Istria (nella città di Pola) fui destinato a Sciacca con la qualifica di aiuto fotografo. Fu un colpo di fortuna perché il mio futuro doveva essere quello di fare parte dell’equipaggio dell’aereo del comandante Pezzolini, abbattuto pochi giorni prima che ne facessi parte, dove trovarono la morte sette avieri e lo stesso comandante. A Sciacca>>, dice ancora Aldo, <<nella località chiamata “Il Piano” (in dialetto A Chiano) fu costruito uno dei dieci aeroporti che radio Londra chiamava “Fantasma”, una pista in mezzo ad ulivi centenari con una flotta di circa settanta bombardieri S 79 Savoia-Marchetti, 40 caccia (più moderni) modello 205, e oltre 500 uomini. La base>>, continua Aldo, <<controllava tutta l’area del Mediterraneo e l’isola di Malta. Gli aerei uscivano per bombardare e fare ricognizioni ma io non volavo, il mio compito era quello di aiuto fotografo a terra>>.
Con lei c’erano altri quattro quarratini?
<<Sì, uno dei quali, Primario Ciattini, morì nel bombardamento dell’aeroporto mentre gli altri, tutti scomparsi, erano Mauro Giuntini, Otello Gori e Amleto Bargiacchi>>.
Una vita, durata quanto?
<<Fino all’agosto del 1943, quando fummo bombardati dagli inglesi e annientati: non eravamo più l’aeroporto “Fantasma”, il nemico era in possesso di radar, seguirono un nostro aereo e nella notte ci tirarono addosso tonnellate di bombe. Per oltre tre anni mangiammo all’aperto e dormimmo in stalle di pecore e muli, poi in baracche di legno. Una volta bombardati, da fotografo passai nel corpo soccorritori dove contai decine e decine di morti, fino a quando fui trasferito in Piemonte, a Mondovì: venti giorni di viaggio, per l’ultimo mese di militare, perché tornato a casa per una licenza ci rimasi per sempre>>.
E’ stata fondamentale la sua collaborazione per l’allestimento del “Museo dello sbarco” di Catania?
<<Mi fa piacere, anche per ricordare i miei colleghi concittadini e non che ci hanno lasciati per sempre. Lo devo ad Alberto Macchini se presso il Museo è stata realizzata una sala che ricorda il mio aeroporto. Abbiamo passato tanti Sabati assieme per scegliere le fotografie migliori, alcune delle quali scattate durante il bombardamento che distrusse l’aeroporto, altre dalla cabina di pilotaggio di un aereo: lo si deve alla mia attività di fotografo se i siciliani potranno ricordare l’aeroporto “Fantasma”>>. Quanto sia stata apprezzata la collaborazione di Aldo Innocenti l’ha detto la direttrice del museo, Nunziatina Spatafora, al collega Macchini. <<Stiamo catalogando le ultime foto inviateci. La sala riservata ad Aldo Innocenti è fra le più esaurienti e interessanti>>. Dalla fine della guerra, Aldo Innocenti non è più tornato in Sicilia, ma se dal “Museo dello sbarco” dovesse arrivare un invito non è escluso che l’ex aviere risponda sì, anche se conta ben 87 primavere.
DA QUARRATA A CATANIA
Ancora alla ribalta della cronaca il quarratino Aldo Innocenti, da militare aviere con le mansioni di aiuto fotografo presso l’aeroporto di Sciacca, al quale il “Museo dello sbarco” di Catania ha dedicato una sala con oltre ottanta fotografie della seconda guerra mondiale. Ad occuparsi adesso della storia di Aldo, per interessamento del nostro collega Alberto Macchini, è stata la rivista a diffusione nazionale “Storia Militare”, che nel fascicolo di novembre gli dedica la copertina e quattro pagine all’interno curate da Enrico Lepori. La storia di Aldo Innocenti iniziò nel 1940 a soli ventun’anni come lui stesso ci ha raccontato (…) Un incarico che gli consentì di fare centinaia di fotografie, molte ottimamente conservate, una parte delle quali donate al museo siciliano allestito e curato dalla direttrice, Nunziatina Spatafora.
Dopo 64 anni, Aldo Innocenti, accompagnato dalla famiglia, è tornato in Sicilia, ha visitato il museo storico e partecipato alla “Settimana della cultura” con i ragazzi delle scuole: a lui ed alle sue foto ha dedicato un lungo articolo il quotidiano “La Sicilia”(…) Gran parte della visibilità ottenuta da Aldo Innocenti, 88 anni portati benissimo, si deve all’interessamento di Alberto Macchini, collaboratore della redazione de “La Nazione” di Montecatini Terme, appassionatosi a questa storia di tanti anni fa della quale venne a conoscenza occasionalmente. Si deve a lui anche l’invio delle fotografie e del materiale necessario alla stesura del servizio sulla rivista “Storia Militare” in edicola da pochi giorni. Della storia abbiamo messo a conoscenza il sindaco di Quarrata, Sabrina Sergio Gori che ha dimostrato grande interesse: <<Mi fa molto piacere che le istituzioni siciliane abbiano destinato uno spazio importante ad un nostro concittadino e alle sue foto>>, dice il sindaco. <<E’ mia intenzione approfondire questa bella storia proprio con Aldo Innocenti>>.