di Carlo Rossetti
giugno 2017
Aldo Scannerini, classe 1922, professione meccanico, ora in pensione. Questi potrebbero essere i dati sufficienti per presentarlo, se non fosse che di lui c’è da parlare della vita e del raggiungimento di una ragguardevole età in buone condizioni. Per farlo, bisogna tirare in ballo, magneti, spinterogeni, semiassi e colli d’oca, perché per oltre sessant’anni ha passato la sua vita in officina a riparare macchine di ogni tipo.
Cominciò giovanissimo all’età di 13 anni presso l’officina dei F.lli Giuntini, mosso dalla passione per i motori. Il lavoro allora era concentrato sulle riparazioni di moto, in quanto di autovetture non ve ne erano molte in giro, alle quali si aggiungevano piccoli camioncini. Aldo ricorda anche la presenza tra le moto da riparare, di alcuni sidecar, mezzo abbastanza in voga specie tra i più stravaganti. Dopo alcuni anni passò alle dipendenze di un’officina che aveva la propria sede in piazza Mazzini a Pistoia, ma da lì a poco fu chiamato per il servizio militare. Alla fine della guerra, nel 1945, riprese nuovamente il suo posto presso l’autofficina Giuntini, quella in cui indubbiamente si è formato come meccanico e che gli ha fornito tutte quelle conoscenze e competenze necessarie. A questo punto, siamo nel 1948, si sente pronto per aprire un’officina e lo fa mettendosi in società con Dario Bardi, compagno di lavoro dell’officina Giuntini. La società va avanti per circa vent’anni, dopodiché il sodalizio si scioglie.
Aldo Scannerini intanto disponendo di un ampio locale annesso alla propria abitazione, decide di mettersi in proprio, approfittando del fatto che il figlio Raffaello, già in età da lavoro, può dargli una mano. Sono i tempi in cui il boom dell’automobile è un fatto concreto, un processo in continuo aumento: le piccole e grandi aziende in attività, fanno uso dei più svariati automezzi e certamente il lavoro non può mancare, tant’è che Aldo deve ricorrere a operai esterni per far fronte al lavoro. Mentre lui, da mattina a sera passa l’intera giornata nella propria officina. Sono certamente gli impegni di lavoro che lo costringono a questo, ma è anche la passione che non gli fa pesare il lungo orario.
A fianco dell’officina nasce per volontà di Raffaello un autosalone, nel quale è possibile trovare qualsiasi tipo di macchina. A far parte del reparto operaio arriva Riccardo, che oltre ad essere un ottimo meccanico è legato ad Aldo e a Raffaello da vincoli di parentela. Successivamente si sono aggiunti in qualità di meccanici i, figli di Raffaello, Alessandro e Andrea, mentre Aldo ha cominciato piano piano a staccarsi e a lasciare il campo, consapevole di avere consegnato in mani buone il frutto del suo lavoro. Non per questo rimane assente dalla proprio officina; al contrario, ancora molta parte del suo tempo libero lo passa all’interno dando un’occhiata qua e là con una curiosità ancora giovanile. Anche se l’elettronica fa parte integrante degli attuali automezzi e Aldo com’è facile capire, ne è in parte tagliato fuori, nondimeno è in grado di dare suggerimenti e consigli, specie ai nipoti che in molte occasioni gli si rivolgono per un parere.
Una vita quella di Aldo spesa per la famiglia e per il lavoro, con sporadiche concessioni al tempo libero. Ma da tutti i sacrifici fatti ricava ora il piacere di vedere il suo lavoro continuare nel tempo in mano a gente di famiglia.