di Carlo Rossetti
settembre 2009
In campo teatrale, di un figlio d’attori che reciti, si dice che è figlio d’arte. La definizione però è comunemente estesa anche ad altre discipline artistiche. Nel caso di Alessandro Rapezzi credo si possa usare quella di Nipote d’arte, perché lui può vantare uno zio come Vivaldo Matteoni che, per quanto riguarda il teatro, credo non abbia bisogno di essere presentato. Infatti è proprio il teatro che vede impegnato Alessandro Rapezzi costituendo, fin da quando era piccolo, la sua grande passione.
Alessandro è nato a Quarrata, proprio in piazza, intendendo attribuirgli con questa indicazione una maggiore appartenenza alla città, un indiscusso marchio di autenticità. Cresciuto in una numerosa famiglia di una volta, dove a una vasta tavola si riunivano nonni, zii, genitori e figli, Alessandro ha cominciato subito a respirare l’atmosfera del teatro in virtù delle presenze dello zio e della mamma, anche lei grande appassionata di teatro. Giovanissimo viene portato spesso a teatro e non è raro che segua alle prove della Filodrammatica locale lo zio Vivaldo. E’ così che Alessandro sente nascere a poco a poco la passione per il teatro. Lo ricordo ancora piccolo cantare, intonatissimo, le arie di alcune commedie musicali, di cui aveva visto le rappresentazioni al piccolo teatro della “Pineta”. Ed è così che accompagnando Vivaldo alle prove di Tutto per bene, che lo zio sta mettendo in scena con il Gad Città di Pistoia, che gli viene offerto dal Dott. Rafanelli, allora direttore del Gruppo, l’opportunità di recitare nella sua compagnia. Il debutto avviene nel 1979 con “La piccola città” di Thornton Wilder, con la quale dà subito prova di possedere notevole attitudine alla recitazione. Da allora è stato un susseguirsi di allestimenti e di progetti ai quali ha preso parte, fino a raggiungere una trentina di messe in scena. Alessandro Rapezzi dispone di un’ampia gamma di mezzi espressivi. La bella voce, morbida e ben impostata, che usa attraverso una dizione perfetta, senza sbavature, si accompagna all’eleganza del gesto, all’approfondimento psicologico del personaggio. Credo che per un attore tali requisiti siano importanti e dai quali non si possa prescindere, anche se è l’ambito amatoriale entro il quale si esibisce. Purtroppo, il più delle volte, è proprio la mancanza di questi primi requisiti che caratterizza negativamente uno spettacolo dilettantistico.
La sua versatilità inoltre, gli consente di passare dal genere drammatico a quello brillante con facilità, fino ad arrivare a momenti di comicità pura. Soltanto che quest’ultimo aspetto lo rivela e lo riserva agli amici in certe particolari momenti. Perciò i ruoli a cui può accedere sono molteplici, perché non legato a nessuno in particolare. Oltretutto ha la fortuna che Paola, la moglie, condivida pienamente questa sua passione e che lo sostenga, essendone lei la prima ammiratrice. Anzi, in certe occasioni, lei stessa ha preso parte in qualità di attrice agli spettacoli stessi. Così la sua passione e il molto tempo che Alessandro vi dedica, non portano nessuno squilibrio all’interno della famiglia. Anche il figlio, Gabriele, si può dire sia sulla stessa lunghezza d’onda, e prenda parte a numerosi spettacoli, soltanto che lui si interessa della parte tecnica. Durante questa trentennale esperienza, a fianco di compagni come Paolo Nesi, Franco Checchi e tanti altri, non tralasciando l’importante presenza di Fabrizio Rafanelli che gli ha dato i primi rudimenti della recitazione e fornito il bagaglio artistico per affrontare la scena, non sono mancati i premi e le segnalazioni. Ricordando che il Gad Città di Pistoia, proprio per il suo elevato livello artistico può permettersi di svolgere la propria attività in campo nazionale e non solamente nel ristretto ambito della provincia, ad Alessandro Rapezzi sono andati riconoscimenti da parte di giurie qualificate. Ecco di seguito alcuni premi: 1° premio come migliore attore protagonista al Festival Internazionale di Chieti nel 1984. 1° Premio per il migliore Attore protagonista al 5° Festival Nazionale a Agrigento nel 1997. 1° Premio migliore attore al Festival “Sipario d’oro” a Rovereto, sempre nell’anno 1997. 1° Premio al Festival Nazionale “Maschera d’oro” a Vicenza nel 2000.
E’ proprio nell’anno 1984, al termine di uno spettacolo rappresentato a Fiuggi, che Alessandro ha il piacere di ricevere nel proprio camerino Bianca Toccafondi, una delle principali interpreti del nostro teatro di quegli anni, che va a trovarlo per complimentarsi. L’attrice, avendo scorto in lui un giovane attore di grandi capacità, gli dice che vuole incontrarlo per conoscerlo meglio. Forse è nei piani della Toccafondi scritturarlo per la sua compagnia. Ma questo non lo sapremo mai perché Alessandro, per la riservatezza e la timidezza che gli sono proprie, non andrà all’appuntamento.
L’anno successivo, a un concorso di cui Bianca Toccafondi è Presidente di giuria, Alessandro si aggiudica il 1° Premio come attore protagonista. Anche il cinema, un cinema semiprofessionistico ma non per questo meno importante, si è interessato a lui. Infatti nel 1985 prende parte al film La strage del padule di Fucecchio di Averardo Brizzi e Gabriele Cecconi, pellicola che viene premiata nel 1987 a una rassegna di Film Videomaker Toscani. Per la cronaca, la premiazione avviene al Teatro “Metastasio” di Prato e a consegnare il Premio sono Carlo Lizzani e Roberto Benigni. Attualmente è impegnato con il Gad nella commedia La sensale di matrimonio, di Thorton Wilder , ma non sempre può aderire a tutte le proposte che gli vengono offerte, tant’è che ha dovuto rinunciare a recitare ne L’Opera da tre soldi di Bertol Brecht, vero fiore all’occhiello della Compagnia pistoiese, rappresentata con un vero successo di pubblico e di critica in varie città italiane. Di tanto in tanto trova anche il tempo per fare delle letture in occasione di presentazioni di libri o in qualche concorso di poesia, come ad esempio il Concorso Internazionale di Poesia Città di Quarrata, istituito da Vivaldo Matteoni. Nonostante questa lunga militanza nel mondo del teatro, i suoi successi e i riconoscimenti, Alessandro ha conservato la semplicità di sempre, senza darsi arie o atteggiamenti da attore consumato, come purtroppo avviene anche in campo dilettantistico. Anche questo conta molto.