di Daniela Gori
giugno 2016
AIL è l’associazione italiana che si occupa delle patologie nell’ambito di leucemie, linfomi e mielomi sia pediatrici che dell’adulto. I principali obiettivi della sezione AIL di Pistoia e provincia seguono due principi: quello dell’intervento sulle strutture deputate alla cura e quello dell’aiuto diretto alle famiglie in cui c’è un malato. Soprattutto AIL interviene con il sostegno alla ricerca scientifica, il finanziamento per la realizzazione di camere d’ospedale attrezzate e con fondi destinati alla preparazione del personale.
Recentemente in ambito territoriale è stato raggiunto un traguardo che rende orgogliosi i volontari dell’associazione: l’acquisto di tre poltrone attrezzate per la donazione di sangue. Le poltrone sono state destinate una al presidio di San Marcello, un’altra all’ospedale San Jacopo di Pistoia, e la terza al centro Avis di Quarrata. Questo tipo di associazioni non potrebbero esistere senza il contributo di tanti volontari che si impegnano con dedizione nel cercare di reperire fondi, sponsor e offerte. «Il nostro è un continuo impegno per trovare idee che ci aiutino a finanziare AIL» spiega Alessia Gori, responsabile della sezione di Quarrata «in più bisogna essere disponibili a metterle in pratica. Per esempio io da 12 anni a Pasqua e a Natale, sto in piazza a vendere le uova di cioccolata e le stelle di Natale, il cui ricavato va all’associazione. Anzi, colgo l’occasione per ringraziare i quarratini, che sono molto generosi. A Pasqua ho venduto 150 uova in due giorni, ma ci sono stati anche molti che hanno lasciato semplicemente un’offerta. Anche l’amministrazione comunale ci aiuta dando gratuitamente il gazebo, la luce e il tavolo; e quando organizzo qualche evento alla Magia, non ci fa pagare l’affitto».
Alessia infatti ha sempre in mente qualcosa, e crea degli eventi per indurre le persone a dare il loro contributo: «Mi piace organizzare delle sfilate di moda per beneficenza, con cena inclusa, in modo da destinare il ricavato ad AIL. Per esempio una volta mi è venuto in mente di far sfilare giovani ragazze con gli abiti da sposa vintage, che erano appartenuti alle loro mamme o nonne. Anche quest’anno, durante il settembre quarratino faremo una passerella di moda tutta particolare». Alessia in questo modo dà il proprio importante contributo, e nello stesso tempo si diverte.
Ma c’è anche un altro motivo più profondo ancora, che l’ha portata a prendere sulle sue spalle questo impegno. «Anche io sono stata malata di leucemia. Nel 2002 ho ingaggiato la mia battaglia con questo terribile nemico, e ho lottato per due anni. Ho conosciuto il dolore, ho visto la sofferenza, non solo miei ma anche delle tante altre pazienti ricoverate. Quando ho potuto dire di aver vinto, ho sentito dentro di me il bisogno di aiutare chi sta ancora affrontando la malattia».
Il contributo che dà AIL è importante nel campo della ricerca, grazie alla quale sono stati fatti passi da gigante nell’ambito delle terapie. «Io vado anche ai congressi, per tenermi informata e per poi dare informazioni corrette. Quando sono a vendere le stelle di Natale in piazza, e mi si avvicina qualcuno con il viso triste, capisco subito che la malattia l’ha toccato da vicino, che ha qualche persona cara che sta lottando per guarire. Ma io sono lì, a dargli un sorriso, a testimoniare che non bisogna perdere la speranza e si deve tenere duro guardando avanti. Sono lì per raccontare a tutti di non mollare, perché, eccomi qui, vedete: dalla leucemia si può guarire».