di Daniela Gori. Ph: Foto Olympia
dicembre 2020
Sono sempre le atmosfere a rendere certi luoghi unici, e ci se ne accorge quando già all’ingresso si ha l’impressione di entrare in un mondo abitato dalla Storia, dove le suggestioni nascono da un contesto in cui il passato non è andato perduto. E’ quello che accade visitando le ville storiche, ed è quello che accade anche entrando nella proprietà di villa “La Costaglia”, meglio conosciuta come villa Lenzoni. E’ forse perché la villa, da quando fu costruita nel 1600, non ha mai cambiato proprietari, passando di eredi in eredi, e tutto il complesso è rimasto pressoché inalterato, l’edificio con la pianta a U, la limonaia, la piccola cappella di famiglia, la casa del fattore. Fin dal momento in cui si percorre il parco, passando dal vialetto che attraversa il boschetto di canne, si ha la sensazione strana da un lato di essere ammessi in un aristocratico salotto botanico, dall’altro di assaporare ancora le abitudini del mondo della tradizione rurale vissute nei campi e nelle colline del Montalbano.
Villa Lenzoni da sempre appartiene a questa famiglia di patrizi fiorentini, i Lenzoni appunto, i cui membri dal XV secolo appaiono nelle cronache della città di Firenze, vantando riconoscimenti e ricoprendo incarichi di prestigio nella storia della Signoria e del Granducato come ambasciatori, cavalieri, letterati, cancellieri. I Lenzoni unirono il loro cognome a quello dei Medici nel 1804, quando Francesco Lenzoni sposò una discendente della famiglia che fece la fortuna di Firenze, Carlotta di Ottaviano de’ Medici. Erano proprietari terrieri, e tra le numerose fattorie acquistarono nel ‘600 anche quella della Costaglia. Nel secolo scorso, Enrica Lenzoni (in famiglia chiamata Bebe) sposò un Baldi Papini unendo così i possedimenti. Anche i Baldi Papini infatti sono una famiglia nobiliare che esiste dal XIV secolo nel pistoiese, proprietari terrieri soprattutto della zona di Tizzana. A raccontarci le vicende affascinanti di periodi storici che siamo abituati a studiare sui libri, è uno dei discendenti, Andrea Baldi Papini.
Andrea, che ha scelto di vivere in una porzione della villa con la moglie e i due bambini, per sua indole, è il più incline a riconoscere l’importanza della conservazione di ciò che rappresenta il passato e che lo testimonia con documenti originali. Soprattutto nella stanza dell’archivio, una consistente mole di faldoni tutti catalogati, possono essere fonti che ancora meritano di essere studiate. Le carte, divise per famiglie, testimoniano i passaggi di proprietà dei terreni, le acquisizioni tramite matrimoni, i processi per riconoscere i confini degli appezzamenti contesi tra più famiglie. «Tra le curiosità, proprio dalle carte di un processo è risultato che gli stessi muratori che fecero i lavori alla Màgia durante i restauri di fine ‘700, lavorarono anche qui alla scala in pietra della villa», racconta Andrea. «Lo dimostrano lo stile e la forma della balaustra, che anche se di dimensioni più piccole, sono uguali a quella della Màgia. Il bello per me di vivere qui è avvertire in ogni angolo la memoria della mia famiglia. Non avendo mai cambiato proprietà, molti oggetti sono rimasti testimonianza dei nostri avi, basti pensare che una volta durante il restauro da un cassetto di un mobile è uscito fuori il diario di un mio antenato».
Testimonianze storiche poi sono ovunque, come gli enormi stemmi originali appesi alle pareti, i ritratti di famiglia. Il parco e alcuni locali di villa Lenzoni già da tempo sono resi disponibili dalla famiglia per essere affittati come location per feste, matrimoni, cerimonie. Recentemente, proprio Andrea ha deciso di trasformare la tinaia in un ristorante: “La Costaglia osteria agricola”, dove l’arredamento e i complementi d’arredo, tutti pezzi di recupero dalle stanze della fattoria, rendono l’ambiente accogliente e genuino. «Infatti a me non sembra neppure di lavorare: siccome ci abito, mi sembra di ricevere degli ospiti», dice Andrea in modo scherzoso. «Le nostre ricette, così come gli ingredienti, vengono dalla tradizione toscana, talvolta con piccole rivisitazioni. Il nostro obiettivo principale è servire cibo esclusivamente del territorio».