di Marco Bagnoli
marzo 2018
I lettori di Noi di Qua hanno ormai imparato a conoscere la popolazione di Quarrata come particolarmente votata all’eclettismo e alla varietà. Andrea Carlesi, il personaggio che ci accingiamo a conoscere, non sfata questa tendenza, ma la rafforza, riunendo in sé molte passioni differenti, tutte interessanti.
Tanto per cominciare Andrea, quarantasette anni, è un valente cornista semiprofessionista; studia musica dall’età di nove anni, quando è entrato nella Banda di Quarrata per poi approfondire col Maestro Aurelio Mannucci, presso la scuola di musica Mabellini di Pistoia. Andrea consegue il suo diploma nei primi anni ’90 e da allora sono centinaia di concerti in giro per l’Italia e l’Europa. Nonostante si autodefinisca un semiprofessionista Andrea non manca di esercitarsi e studiare il suo corno francese ogni giorno, in modo da poter offrire la prestazione ideale in linea con gli altri componenti della formazione, loro sì, musicisti di professione. Nel corso degli anni ha collaborato con svariate orchestre, tra le quali l’Orchestra Nuova Europa di Firenze, l’Orchestra Città di Grosseto, la Filarmonica di Lucca e l’Orchestra del Teatro del giglio sempre di Lucca. Con la Filarmonica di Lucca, oltre ottanta elementi, sono ormai cinque anni che si esibisce presso il Musikverain di Vienna, all’interno della famosa sala d’oro nel celeberrimo concerto di Capodanno. Oltre alla produzione sinfonica e operistica, con arie di Verdi e Puccini, non poteva mancare un accorato Inno di Mameli, con duemilatrecento persone in piedi. Andrea ha militato anche in formazioni da camera, dai quartetti in su, tra le quali ci piace ricordare il Quintetto Mabellini nato a metà anni Ottanta, poi evolutosi nel Quintetto Ethos.
Ma sempre per restare alla musica, non possiamo non far cenno alla formazione prettamente rock con Paola Pellegrini voce e chitarra e Davide Pocci dietro i tamburi nella quale il nostro Andrea si esibiva al basso elettrico e cantava! La band ha fruttato tre album di canzoni proprie in italiano.
Il semiprofessionismo musicale di Andrea deriva dal fatto che lui, sostanzialmente è quello che può essere definito un imprenditore agricolo: la tenuta di famiglia a San Gimignano è infatti adibita tanto a vigneto e seminativo, che ad agriturismo, consentendo la migliore delle esperienze possibili nella cornice delle nostre colline. Sempre una società di famiglia ha gestito fino a poco tempo fa lo storico maglificio Vittoria a Catena di Quarrata, che ha totalizzato oltre settantatré anni di attività, rilevato da nonno Pietro negli anni Settanta e dedicato al nome della nonna.
Oltre alla musica l’altra grande passione di Andrea è la storia. Ha cominciato da bambino, ricercando nelle enciclopedie di casa le voci inerenti gli avvenimenti e le battaglie storiche, finendo per concentrarsi sulla seconda guerra mondiale. È il 2001 quando inizia delle ricerche più serie nell’ambito di una pagina di storia italiana – e non solo – che si andava via via rivelando sempre più misteriosa, e per questo affascinante, quella della Repubblica Sociale Italiana. La breve vicenda repubblicana – dipanatasi all’incirca dal settembre del ’43 all’aprile del ’45 – ha riguardato tutte le regioni d’Italia all’epoca sotto la sua amministrazione e non solo la cittadina di Salò. Le ricerche, durate anni di indagini presso archivi comunali, provinciali e nazionali, ma anche tedeschi e statunitensi, fruttano due libri, entrambi pubblicati per i tipi della Greco&Greco di Milano. Il primo, del 2012, si intitola “La protezione del patrimonio artistico italiano nella RSI – 1943-1945” e mette in evidenza non solo l’attività di tutela messa in opera dall’amministrazione italo-tedesca all’avanzare del fronte alleato, ma anche la gestione dell’ordinario corrente, come il pagamento degli stipendi e tutto quello che potesse garantire una normale quotidianità alla popolazione all’indomani dell’armistizio. Il libro ha riscosso un successo di critica internazionale, citato anche in un convegno dell’Istituto storico germanico di Roma. Il secondo volume, del 2016, concentra l’obiettivo del ricercatore dalla situazione nazionale a quella locale e s’intitola appunto “Pistoia nella RSI – gli uomini e le istituzioni”.