di David Colzi
marzo 2018
Verso la fine del 2017, la famiglia di Annita Pancani ci ha contattati per informarci che la signora, il 25 novembre, aveva raggiunto il traguardo ragguardevole dei cento anni. Così a febbraio di quest’anno siamo andati a trovarla per realizzare l’articolo che state per leggere. Purtroppo ad un passo dalla stampa, nel mese di marzo, ci è giunta la notizia che Annita è venuta a mancare. In accordo con i famigliari pubblichiamo comunque l’articolo, e per volontà della redazione, lo lasciamo così come lo avevamo ideato.
Nata a Barba durante la prima guerra mondiale in una famiglia contadina, Annita era l’ultima arrivata, e prima di lei c’erano 2 fratelli e 3 sorelle, che le hanno regalato ben 10 nipoti. Come molte altre ragazze della sua generazione, ha dovuto occuparsi presto ai campi, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, quando gli uomini erano al fronte. In più Annita non poteva contare sull’aiuto delle sorelle, perché erano già sposate e non vivevano più sotto lo stesso tetto; quindi lei era sola col padre, la madre e la cognata. Già da ragazza insomma, si rimboccò le maniche. Finita la guerra si sposò con Rino, un ferrucciano che lavorava come contadino nei pressi di Villa Baldi, e dopo un breve soggiorno vicino alla villa, andò ad abitare nei pressi della chiesa di Vignole, dove divenne subito molto attiva nella comunità dei fedeli, entrando a far parte del coro parrocchiale e esibendo la sua bella voce, con un timbro simil soprano. Iniziò poi a lavorare nella maglieria e la sua vita sembrava trascorrere tranquilla, ma a sconvolgere tutto arrivò la morte improvvisa del marito nel 1969.
Rimasta sola e senza figli, raggiunse la sorella a Maresca, dove la famiglia di quest’ultima gestiva un albergo in centro, “La pace”, tutt’ora in attività. Lì rimase per pochi anni, prima di trasferirsi per suo desiderio, nella canonica del parroco di Ramini, don Anselmo Mati, originario della Ferruccia. Dalla metà degli anni ’70 fino al 1997, cioè quando il parroco di cui era perpetua, lasciò la parrocchia per raggiunti limiti di età e problemi di salute, Annita fu una presenza costante per i fedeli di Ramini. In canonica, come ci ricordano divertite le nipoti Julia e Carla, teneva le fila di tutto, districandosi con abilità persino in lavori tipicamente maschili, come coltivare l’orto della chiesa, oltre a tenere un ambiente impeccabilmente pulito. Dopo il pensionamento di don Anselmo, Annita tornò alla Ferruccia, andando ad abitare con la nipote Julia e suo marito Giuliano. Naturalmente riallacciò subito i rapporti con la chiesa della frazione, stavolta però solo come fedele, ed ogni giorno non faceva mai mancare la sua presenza alle funzioni. A proposito di questo, durante la messa in cui si sono festeggiati anche i suoi cento anni, il parroco di Ferruccia, don Marius Vorga, ha fatto esibire parte del coro parrocchiale che le ha dedicato alcune canzoni. La festa è poi proseguita a casa, dove è venuta a trovarla Morena Borgioli, segretaria del sindacato Spi Cgil per Agliana Quarrata e Montale, che le ha donato una pergamena, essendo Annita un’iscritta storica. Infine nel pomeriggio c’è stato un piccolo rinfresco, dove è intervenuto il sindaco di Quarrata, Marco Mazzanti.
Alla fine di questo racconto, il ritratto che viene fuori di Annita, non rispecchia certo il suo fisico esile e la sua piccola statura, visto che per tutta la vita ha dimostrato una forza incredibile e una volontà di ferro (supportata dalla Fede), che l’hanno portata a vivere sempre a modo suo: «Una donna moderna», la definisce giustamente Gianfranco, marito di Carla. Così ha affrontato anche i seri problemi di salute che purtroppo non le sono mancati. Per mantenersi attiva fin quasi ai 100 anni, Annita ha sempre seguito una dieta equilibrata e rigorosa, con orari rigidi dei pasti, senza mai sgarrare. Poi, naturalmente, tanto movimento fatto di piccole passeggiate quotidiane a cui non ha rinunciato fino a poco tempo fa. Ma ha saputo anche godersi momenti di svago: ad esempio ogni estate non si è mai fatta mancare un soggiorno a Viareggio e poi uno a Maresca dove è andata fino a 98 anni. Oltre a questo non ha mai perso una gita parrocchiale, basti pensare che appena 10 anni fa, è stata in Terra Santa. Annita è un bell’esempio per tutti.