di David Colzi
settembre 2009
Continua il nostro viaggio nel mondo delle associazioni di Quarrata; è la volta di Rete Radié Resch – Associazione di solidarietà internazionale. Da sempre questa realtà è affiancata alla figura di Antonio Vermigli; l’ex Postino di Quarrata è considerato un uomo impegnato nel sociale con un preciso orientamento di pensiero, ma a noi interessa come sempre la persona ed il percorso intrapreso per raggiungere i propri traguardi. Ideatore della Marcia della Pace e della Giustizia di Quarrata, Antonio Vermigli è sicuramente uno che ha molte cose da dire.
La storia di Antonio Vermigli?
La mia è una storia comune a tante persone. Da piccolo sono finito in collegio, perché mio padre era morto prematuramente; poi ho iniziato a lavorare. Fondamentale nella mia vita è stato l’incontro con don Enzo Benesperi, con le sue riflessioni sul mondo e sulla globalizzazione. Di li a poco ho iniziato a frequentare il mondo delle associazioni che si occupavano di solidarietà sociale; a diciannove anni ho preso parte ad un campo di lavoro in Africa di 40 giorni. In quel periodo ho iniziato a scrivere ed a parlare in pubblico dei problemi legati al terzo mondo e non solo, approfondendo il mio percorso con letture e frequentazioni di persone. Dopo tutto questo bagaglio di esperienze è arrivata Rete Radié Resch.
Quando si è reso conto che questa era la sua strada?
Sicuramente quando ero in collegio e subivo soprusi da quelli che avrebbero dovuto essere i nostri educatori. Si trattava di ragazzi più grandi che avevano il compito di sorvegliare noi bimbi nel doposcuola quando facevamo i compiti. Ovviamente loro stavano per i fatti loro e non avevano nessuna intenzione di interagire con noi, anzi a volte avevano reazioni violente se andavamo a chiedergli qualcosa. Noi piccoli decidemmo allora di unirci e fare gruppo per difenderci, quindi i “grandi” capirono che non era più il caso di infastidirci. Da questi episodi piuttosto spiacevoli, sono diventato molto sensibile alle ingiustizie e alle prepotenze.
Molti la ricordano anche come postino…
Vero. Ho fatto il postino a Prato città per oltre 20 anni, amando molto questo lavoro che mi permetteva di stare in mezzo alla gente. Le persone mi ricordano ancora con piacere, anche perché cercavo di stabilire un dialogo con le famiglie a cui suonavo il campanello e talvolta si diventava amici. Spesso sono stato invitato a pranzo a casa di queste persone. Facevo anche ripetizioni ai figli nel doposcuola. Nel 2002 è stato fatto un film – documentario su questa storia dal titolo: Il postino di Quarrata… so che in giro per il mondo ha vinto anche qualche premio!
E Rete Radié Resch?
Tutto è nato grazie a Don Arturo Paoli, che mi invitò a raggiungerlo a Monte Carmelo in Venezuela dove seguiva la comunità dei Piccoli Fratelli di Gesù per assistere i poveri del luogo. Fu lui ad indicarmi alla fine di questo viaggio la figura di Ettore Masina, giornalista Rai, quale fondatore della associazione di solidarietà internazionale Rete Radié Resch. Così nel 1980, insieme ad altri amici di Quarrata, andammo a trovarlo in Rai e da lì iniziò il mio percorso con questa associazione nata nel 1964 dalla volontà di Masina assieme ad un teologo francese di nome Paul Gauthier.
Guardando il vostro sito mi sono reso conto che siete un’associazione molto attiva…
Vero. Facciamo molti convegni con la partecipazione di molti amici, alcuni anche noti al pubblico, come Giancarlo Caselli, Alex Zanotelli. Però oltre alla sensibilizzazione cerchiamo di fare anche cose concrete, come la costruzione a Betlemme di un villaggio per i bisognosi, oppure il progetto sala pediatrica a Cuba, o ancora il progetto di aiuto ai bambini di strada in Kenya. Poi da 16 anni facciamo la Marcia della Pace e della Giustizia, durante il settembre quarratino, perché ci piace molto rimanere aderenti al territorio. Infine nel 1991 abbiamo istituito la Casa della Solidarietà, oggi situata a Lucciano di Quarrata. Lì, all’interno di una casa ristrutturata dove sono situati 5 appartamenti, facciamo opera di accoglienza e abbiamo stabilito la nostra sede.
Un pensiero per i giovani?
Secondo me bisognerebbe smettere di dire che i giovani sono il nostro futuro… loro sono in realtà il nostro presente! Voglio dire che dovrebbero essere impiegati subito nella nostra vita sociale, perché hanno dalla loro parte tre caratteristiche fondamentali; creatività, voglia di innovare ed entusiasmo. Anche a Quarrata ci sono molti giovani in gamba, ma non vedo nessuno che dà loro la possibilità di emergere.
Mi sembra di capire che lei è una persona a cui piace il dialogo…
(ride) Sono sicuramente uno che non le manda a dire dietro, però è anche vero che credo molto nelle diversità e nelle contrapposizioni, quali veicoli di arricchimento. Trovo molto più interessante il confronto con chi non la pensa come me, che con chi è d’accordo, altrimenti invece di una conversazione si fa salotto! Ogni relazione umana dovrebbe contemplare la diversità di idee. Mi spiace quando qualcuno si rifiuta di interloquire con me, solo perché sa che la penso in modo diverso.