di Giancarlo Zampini
dicembre 2010
Dicembre è un mese dai tanti significati: ricorre il Natale, l’ultimo giorno dell’anno, siamo in pieno inverno, per famiglie ed aziende è tempo di bilanci ed inventari. Diciamo subito che per quanto riguarda Noidiqua le cose sono andate abbastanza bene: siamo cresciuti come numero di pagine, l’interesse della comunità si è dimostrato elevato, la rimessa economica dell’editore sembra non sia elevatissima.
Non solo, la famiglia Icona Studio del nostro Massimo Cappelli si è allargata, la raccolta pubblicitaria vede alla guida Angelo Briganti, coadiuvato da Marco Bastianelli e Alberto Bruni. Ma della famiglia, bisogna considerare anche Loretta Cafissi Fabbri, donna dalle mille risorse, di una solarità unica, super attiva: cura la rubrica di cucina con tanta professionalità, si spende quotidianamente nel fare pubblicità alla nostra rivista. Altra persona cara è Laura Caiani Giannini, punto di riferimento della redazione per quanto riguarda la storia e la cultura della città: impossibile farne a meno.
Dicembre è tempo di bilancio anche per i nostri amministratori comunali, che ringraziamo per quello che hanno realizzato e li brontoliamo per quello che non hanno fatto. Riguardo la città e le frazioni, si chiude un anno negativo per i commercianti del centro rimasti alluvionati, positivo invece per i residenti di Ferruccia che possono vantare argini risistemati a dovere. Continuano a piangere i residenti di Olmi, prigionieri di un incrocio che li ammazza con i gas di scarico, causa le lunghe file di auto ad un semaforo sincronizzato come peggio non si poteva. Ma a piangere più di tutti sono ancora le famiglie e le piccole aziende del distretto quarratino. Un vecchio detto ricorda che al peggio non c’è mai fine; sembra davvero che l’economia quarratina abbia preso questa strada, almeno per quanto riguarda il settore del mobile imbottito.
Altro allarme importante sul piano economico, ed ancora di più sotto l’aspetto ambientale, è la rinuncia di molti produttori a raccogliere le olive, che si sono limitati a frangere solo il venduto, il resto lasciato cadere o pasto per gli storni. Produrre olio extra vergine di oliva è una rimessa certa, a 9/10 euro al litro non si va da nessuna parte, anche i piccoli produttori – chi ha un centinaio di ulivi – produce per il fabbisogno proprio e di qualche parente. Ebbene, è obbligo ricordare che la pianta di ulivo fa parte del nostro paesaggio, insostituibile. Se fosse abbandonata a se stessa, la Toscana, cambierebbe volto, tornerebbe la macchia mediterranea che era.
Allora un appello ai consumatori: ricordando le raccomandazioni del grande giornalista esperto di olio e vini, Luigi Veronelli, che diceva: <<Per cucinare, come liquido di condimento, può andare bene anche un olio extra vergine meno pregiato, ma per condire a crudo bisogna portare in tavola l’olio “bono”, una bottiglietta come si fa per l’aceto>>. Concludendo, auguri di “Buone Feste” a voi tutti, alla squadra della redazione, comprese Oana e Marika, all’editore Massimo Cappelli senza il quale non si potrebbe entrare nelle vostre case.