di Linda Meoni
giugno 2015
Festeggerà quarant’anni tra poco più di un mese, venti dei quali trascorsi a Quarrata dove ha scelto di ricominciare da capo. Una nuova casa, un nuovo Paese, un nuovo lavoro: ha voltato pagina Artur Paloka da quando nel ’95, a bordo di un gommone dall’Albania, ha raggiunto l’Italia in cerca di nuove speranze. E a guardare quanto è riuscito a costruire in due decenni l’obiettivo l’ha centrato in pieno: un’azienda, la P.A., nel settore degli infissi che da quando ha aperto, nel 2007, conta nove dipendenti («tutti a tempo indeterminato», precisa lui) e clienti in tutta Italia. «E dire che starei anche cercando un operaio specializzato nella lavorazione dell’alluminio…», aggiunge Artur. «Quando sono arrivato a Quarrata» ricorda «ho cominciato lavorando di notte al panificio Giuntini e di giorno come saldatore. Il resto del tempo lo passavo studiando, tanto che piano piano sono riuscito a prendere la licenza media. Dormivo poco, ma andava bene così. Volevo lavorare». Un alloggio di fortuna e la speranza di trovare qualcuno che gli tendesse la mano, così è andato avanti i primi sei mesi. «Dormivo all’aperto, in un posto improvvisato» dice «e mangiavo alla Caritas. Poteva succedere che i pasti fossero consegnati una volta ogni due giorni, allora mi è capitato di andare al supermercato e chiedere una mano al direttore. Ricordo che la prima volta uscii con due sacchetti pieni di spesa e fu un momento speciale. L’aiuto che ricevetti quella volta lo ricordo ancora e come me lo stesso direttore che ancora oggi mi saluta con affetto quando mi incontra».
Originario di Shkoder, nel nord dell’Albania, Artur in Italia ci è arrivato come molti arrivano, in gommone. «Sì, ho avuto paura» risponde, «ma è anche vero che quando lasci il tuo Paese in quel modo, lo fai perché sei disperato e anche il rischio della morte ti sembra nulla di fronte a una vita di miseria. Arrivammo a Taranto dopo un lungo viaggio, poi fummo caricati su un treno. Quando studiavo in Albania avevo sentito parlare di Pistoia come un posto specializzato in vivaismo, dove si cercava manodopera. Quello lo sapevo fare e così decisi di arrivare a Pistoia. Poi successe che capitai a Quarrata e in particolare a Forrottoli dove la comunità “Grano di frumento” mi aiutò ad inserirmi nel mondo del lavoro. E così cominciai come fornaio e saldatore. Al mio Paese non torno ormai da diversi anni; i miei parenti sono in Italia o negli Stati Uniti. Qui ho la mia famiglia, mia moglie e i miei due figli, qui mi sento a casa, mi sento italiano e non solo perché ho la cittadinanza italiana».