Benedetta Gaggioli – Soprano lirico

Benedetta Gaggioli – Soprano lirico

di David Colzi

giugno 2011

Come è arrivata alla lirica?
Cantare mi è sempre piaciuto fin dalle elementari, facendo anche piccoli spettacoli: poi, alle superiori sono entrata nel coro della scuola dove ho avuto il primo imprinting con il palcoscenico e ho conosciuto la mia insegnante Elena Bartolozzi della Mabellini di Pistoia che mi ha aiutato a capire le mie potenzialità. Da circa tre anni mi sto dedicando in maniera specifica al canto lirico e sto per diplomarmi sempre a Pistoia.

Si emoziona a cantare in pubblico?
Le gambe sul palco tremano sempre! (sorride) Posso dire a mia discolpa che quando ho fatto concerti con i cantanti del Maggio Fiorentino, dei veri professionisti, anche loro hanno detto che l’emozione non svanisce mai… bisogna solo essere bravi a mascherarla. Quindi per rafforzare la mia sicurezza, da circa due anni canto in chiesa ai matrimoni e mi emoziono quando riesco a commuovere gli ascoltatori proponendo un repertorio “classico”.

Come è arrivata alla Filarmonica di Quarrata?
E’ merito del Presidente Luigi Vangucci: avevo cominciato da poco a studiare seriamente canto e lui mi propose di cantare l’Ave Maria al concerto di Natale. All’epoca avevo una voce piccola, poco convincente per un’aspirante soprano lirico, ma grazie alla fiducia di Luigi e del maestro Alessandro Francini sono potuta crescere negli anni, quasi da essere soddisfatta dei mie progressi. (sorride)

Mi sembra di capire che lei è molto esigente con se stessa…
Sì, ma è anche vero che è difficile cantare in Filarmonica, perché a differenza dei brani cantati solo con il pianoforte, devo tirar fuori tutta la mia voce per farmi sentire da tutti. E’ un continuo esercizio che mi serve molto anche per i concorsi che sto facendo e spero che questo bagaglio di esperienze mi porti un giorno nei teatri a cantare opere intere come la Semiramide di Giacchino Rossini e Il flauto magico di Mozart che sono le mie preferite.

Altri sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe insegnare musica ai bambini. Attualmente lavoro al Mago Merlino di Quarrata, un centro gioco-educativo per bimbi dai due ai tre anni e mi rendo conto che nonostante la tenera età hanno un ottimo feeling con la musica. E’ stimolante che in provincia stiano nascendo realtà che si orientano in questo senso. Ad Agliana, per esempio, hanno introdotto il canto corale alle elementari per tutte le classi di età.

Un bel progetto…
Sì. Non bisogna sottovalutare l’importanza pedagogica del coro per i bambini, inanzi tutto perché diventa un momento di aggregazione finalizzato a qualcosa di costruttivo. Poi cantare insieme insegna loro ad ascoltare gli altri, rispettare i loro tempi… e questo contribuisce a formare i cittadini di domani con un più alto senso civico.

E lei che esperienze ha in questo senso?
Io canto in due cori: quello comunale di Agliana, Terra Betinga e poi ho preso parte ad un progetto vocale a cinque voci per musica Barocca a Pistoia. Ogni giorno imparo tante cose da queste esperienze, quindi figuriamoci quanto può essere utile per un bimbo in età scolare.

La più bella soddisfazione?
Migliorare! (sorride) Ad ogni concerto, ad ogni prova mi rendo conto che la mia voce diventa sempre più decisa e potente e questo mi rende felice. Anche in questo caso devo dire grazie al maestro Francini, che ogni volta mi fa studiare pezzi molto impegnativi da cantare in Filarmonica, per aiutarmi a superare i miei limiti e la mia timidezza.

Suvvia, si sblilanci un po’!
Pensandoci bene è una bella soddisfazione essere considerata tra i tre allievi migliori del mio corso di canto alla Mabellini, assieme alle due mie amiche, Veronica e Rebecca. Questo ci ha consentito, Domenica 22 maggio, di tenere un concerto al Teatro Manzoni di Pistoia, che è un palcoscenico bellissimo.

E i suoi familiari cosa pensano?
Babbo e mamma sono felici; mi sostengono anche se non riescono a immaginare questa mia passione come un lavoro futuro. Di diversa opinione è il mio ragazzo Luca che suona il flauto traverso alla Filarmonica Giuseppe Verdi: è lui il mio primo fan e mi incoraggia a seguire i miei sogni. Infine c’è Samuele, mio fratello minore, che suona il sassofono ed è appassionato di Jazz: anche lui mi da consigli e mi segue in tutti i miei concerti.

E i vicini di casa che dicono?
(ride) Beh, cantando da soprano, capita spesso di venir sentita dai vicini quando mi esercito: loro però sono sempre gentili e non si lamentano mai, anzi mi fanno i complimenti! Ma la cosa che mi fa più piacere è che riescono a sentirmi anche dalla chiesa di Valenzatico, che dista circa un centinaio di metri da casa: per altro è un edificio con un’acustica fantastica.

Che voto le danno i suoi compagni di canto della Filarmonica?
Credo che si riferisca a Stefano Arnetoli, tenore e Marco Drovandi, baritono: con loro ho un ottimo rapporto e nei concerti ci sosteniamo a vicenda, quindi credo che siano soddisfatti. Il Vangucci è ancora più carino con me e di tanto in tanto mi dice, un po’ sul serio e un po’ per gioco: “Tra qualche anno non ti vedremo più, chissà dove sarai a cantare.”

E lei che voto dà alla Filarmonica di Quarrata?
Indubbiamente sono tutti molto bravi. Poi c’è molta partecipazione ed è interessante che ci siano tanti giovani a suonare: forse non dovrei essere io a dirlo, ma in provincia è una delle migliori.

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