di David Colzi
marzo 2023
Il 7 gennaio di questo anno ci ha lasciati, all’età di 80 anni, Carlo Bonechi il “dottore delle radio”, come lo aveva definito anche il nostro Carlo Rossetti, quando gli dedicò un articolo nel 2013. In effetti quel titolo onorario era più che appropriato, vista l’infinita passione che Bonechi aveva per questi apparecchi, di cui ne possedeva circa un centinaio di modelli, alcuni molto rari. Ma lo pseudonimo di “dottore” non se lo era meritato in quanto semplice collezionista, ma perché capace di aggiustare le radio qualsiasi fosse il problema, riuscendo a riaccendere la loro voce gracchiante. «Diceva sempre che se una radio era funzionante non gli interessava» ci spiega la moglie Maria «perché parte del suo piacere consisteva nell’aprirla e aggiustarla, magari sostituendo intere parti». Questo interesse per autoparlanti, valvole e trasformatori era iniziata durante la giovinezza, quando si era costruito da solo un ricevitore a cristallo di galena; poi aveva affinato le sue conoscenze durante gli studi, che lo avevano portato a diplomarsi in elettrotecnica. A riguardo, il pittore Dario Magazzini, amico storico, ci ha detto: «Da ragazzi, quando si sciupava una radio o un giradischi, andavamo tutti da Carlo, con la certezza che se non riusciva ad aggiustarla lui, la potevamo buttare. Insieme abbiamo fatto le scuole di avviamento al lavoro e lui è sempre stato uno dei migliori della classe: lo ricordo curioso, preparato, generoso… e molto timido!» E questa idea che fosse il solo ad aggiustare certi oggetti, è durata per tutta la vita; la famiglia Bonechi ricorda ancora l’incessante via vai di persone che entravano in casa a lasciare o a recuperare una “paziente”. «Era sempre disponibile con tutti» prosegue Roberto Fattori, altro amico dei tempi della scuola. «Però non era altezzoso, non dava mai sfoggio della sua grande cultura, e rispondeva ad ogni domanda in modo garbato ed esaustivo».
La sua meravigliosa collezione lo ha portato a realizzare diverse mostre, fra cui una a Quarrata, riscuotendo apprezzamenti persino dai più giovani. Fra l’altro alcuni suoi pezzi sono tutt’oggi a Firenze, in una sala della sede della Rai Toscana, dove c’è una mostra permanente sulle radio. E per quanto riguarda la Tv di stato, è giusto ricordare che nel 2013 il Tg regionale gli dedicò un ampio servizio, all’interno della rubrica “Persone”. Qui Bonechi spiegava come funzionava una radio e come si riparava. Per chi lo desidera, il video è visibile su YouTube. Va ricordato che molte mostre, Bonechi le ha potute realizzare grazie all’AIRE (Associazione Italiana per le Radio d’Epoca) di cui è stato capogruppo per la Toscana.
Però, oltre alla musica ascoltata con i suoi meravigliosi apparecchi, a Carlo piaceva molto quella suonata; il suo strumento era la chitarra, con la quale si è dilettato per tutta la vita, prendendo parte a diverse formazioni, tra cui “Nicola e gli scordati” e “Gli artigiani del liscio”. L’ultima sua band si chiamava “I maggiolini di Bagnolo”. Negli anni ’70 si è inoltre dedicato all’insegnamento della chitarra ai ragazzi quarratini. Questa passione si è tramandata di padre in figlio ed oggi il musicista di casa è Alberto, che però ha preferito cassa e rullante alle sei corde del babbo. «Da ragazzino a volte abbiano suonato assieme» ricorda Alberto; «ed è stato proprio lui a farmi fare il “battesimo del palco”, quando ero agli inizi. Il babbo amava molto il liscio e da musicista devo riconoscere che aveva del talento, sebbene non spetti a me dirlo».
Ma l’infinita curiosità di Carlo ha riguardato pure l’infinito (si scusi il bisticcio di parole), ovvero il cielo stellato. Luigi Gonfiantini, sulla pagina Facebook “Gruppo Astrofili Quarrata”, ha scritto: (…) Carlo ha iniziato a far parte del primo gruppo astrofili quarratini (AACQ-Associazione Astrofili Città di Quarrata) dalla sua costituzione negli anni ’80 ed ha poi proseguito, seguendo l’evolversi e la trasformazione, fino all’attuale conformazione del gruppo. Presente in quasi tutte le manifestazioni e serate, ha fornito il proprio supporto strumentale per la buona riuscita degli eventi, ma è stato anche di validissimo aiuto per risolvere le varie problematiche di carattere elettrico che talvolta si presentavano (…) La figlia Elena, che fa ancora parte del gruppo di cui il padre è stato uno dei fondatori, ci dice che il babbo ha dedicato parte della vita a trascrivere su taccuini i movimenti dei corpi celesti, arricchendo gli appunti con disegni e considerazioni.
Invece Marco Mazzanti, ex sindaco di Quarrata e amico storico di Bonechi, che ha lavorato con lui, ci offre un’altra testimonianza: «La mia conoscenza con Carlo risale all’infanzia, in quanto eravamo vicini di casa; il nostro rapporto si è poi consolidato durante il lavoro all’Enel, sebbene io fossi qui a Quarrata e lui a Pistoia. Mi ha insegnato molto, essendo più grande e avendo iniziato a lavorare per l’ente prima di me. Lo ricordo come una persona meticolosa e affabile anche sul lavoro. Nella sua funzione di tecnico, ha contribuito negli anni ’70 a far sviluppare la rete elettrica nel nostro Comune e nella provincia di Pistoia. In più è stato un componente attivo del circolo aziendale dell’Enel di Pistoia. Insomma, si parla di un uomo che ha lasciato il segno in tante persone che oggi lo ricordano con grande affetto».
«Era molto difficile tenerlo in casa» conclude sorridendo la moglie Maria «perché era pieno di impegni e interessi. Non si tirava mai indietro, mettendo a disposizione degli altri le sue competenze e il suo grande entusiasmo».