di Massimo Cappelli

marzo 2014

Quando non ci conoscevamo ancora, ogni volta che lo incrociavo, magari in piazza della Vittoria mentre andava o veniva da casa, la sua figura mi ha sempre suscitato particolare attenzione e interesse. Mi hanno sempre colpito quel suo “incedere elegante”, quella sua andatura garbata e delicata, che ho ritrovato, anni dopo, nello stile inconfondibile della sua scrittura. Quando poi Carlo Rossetti l’ho conosciuto, ho avuto la conferma di una mia intuizione sulla “età dello spirito”: ci sono poche persone al mondo la cui età intellettuale, non potrà mai corrispondere a quella anagrafica per il semplice fatto che esse, sono guidate principalmente dal proprio spirito. Sono ispirate e gestite dal software personale che resterà, hardware permettendo, per sempre inalterato negli anni e nel pieno del vigore. Per cui, anche se è nato il 30 marzo nel 1934, l’età cerebrale di Carlo Rossetti si aggira intorno ai trentacinque anni. Personalmente ritengo Carlo una delle persone più eclettiche di Quarrata, lui appartiene da sempre al Circolo degli intellettuali quarratini, all’eccellenza umana del nostro territorio, ovvero a quella schiera di personaggi che contribuiscono, ed hanno contribuito da sempre, a preservare e a divulgare arte e cultura nella nostra città.

Per citarne solo alcuni: Luigi Vangucci, Laura Caiani Giannini, Lando Bartolini, Andrea Agresti, Sergio Mascagni, Giovanni Baldi (o Giovanbaldi come lo chiama nella sua composizione), Luciano Michelozzi, Giancarlo Zampini, Millo Giannini, il professor Vinicio Gai, Alfredo Fabbri, Vincenzo Paolieri, Vivaldo Matteoni, tutta gente con la quale, Carlo, in un modo o nell’altro, si è connesso. Sono sicuro che, se invece di essere solo nato in Via Roma, a Roma ci fosse nato davvero, sarebbe sicuramente diventato famoso in una qualsivoglia branca culturale: nella letteratura, nel cinema, o nel teatro.

Carlo scrive, dipinge, recita, fa satira a fumetti, suona il violino (la sua specialità è il tromboviolino), è operatore televisivo e tutto ciò che fa, riesce a farlo in maniera più che dignitosa. Ha lavorato fino alla pensione all’Asl di Quarrata. Negli anni ’60 e ’70 è stato anche reporter della redazione toscana del telegiornale RAI e in seguito storico collaboratore del geniaccio Luciano Michelozzi a Tele Quarrata. Fu inserito nella nostra redazione da Giancarlo Zampini. Collabora stabilmente con il nostro giornale fin dall’inizio, è la nostra “penna preziosa”, la nostra memoria storica poiché il suo compito, in ogni numero di NoiDiQua, è quello di raccontare, prevalentemente, fatti e personaggi della Quarrata che fu. Riesce sempre a portare avanti ogni sua missione in maniera superba, stimolando i ricordi del lettore e regalandogli piacevoli emozioni.

Quest’anno compie i suoi ottant’anni e noi della redazione abbiamo deciso di fargli un’articolo a sua insaputa; credo sia il minimo per ringraziarlo di tutto quello che ha fatto e che ancora farà per il nostro e vostro giornale. A nome di tutta la redazione sono lieto di porgergli i migliori auguri di buon compleanno e vorrei anche dirgli pubblicamente GRAZIE, comunicandogli tutta la mia soddisfazione per aver lavorato con lui, e imparato da lui, unita all’orgoglio di essergli amico da anni. Calcando il suo stile, che molto spesso è una perfetta combinazione fra compostezza e goliardia, anni fa gli ho dedicato la poesia che riporto qui sotto.

Qui di seguito una rima
per chi ha meritato stima.

Non c’era  più stata persona importante,
in terra toscana dai tempi di Dante.

Un gran personaggio di grande valore,
che sul territorio è di certo il migliore.

Lui sa disegnare con tratto sapiente
sa scrivere testi affinando la mente.

Sa darti emozione usando la voce,
sa rappresentare in maniera verace.

Potrei proseguire con questa mia rima
ma non riuscirei ad infonder la stima

che ho nei confronti di questa persona
di grande talento e ‘sì tanto alla buona.

Ed auguro ad amici e parenti ristretti,
di un giorno conoscere Carlo Rossetti.