di Marco Bagnoli
dicembre 2017
Potrà capitare di incontrarli per i sentieri di qua, impettiti o ciondolanti, come un esercito pacifico che saluta la stagione, quando la stagione è buona e si lascia carezzare: sono i “Cavalieri del Montalbano”.
Il gruppo nasce nel 1999, come “Natura a cavallo Pistoia”, affiliato all’associazione nazionale “Natura a cavallo”. Le discussioni sciolgono il gruppo nel 2003/2004, e vedono la costituzione dei “Cavalieri del Montalbano”, un’Associazione Sportiva Dilettantistica affiliata alla ANEW, l’associazione nazionale monta western, per quanto riguarda la copertura assicurativa. All’inizio non erano che una decina, mentre oggi i tesserati sono oltre cinquanta, dai venticinque agli ottantadue anni di Leopoldo Toccafondi, il decano dei cavalieri. I cavalli sono molti di più, dal momento che un cavallo è necessario per l’iscrizione, ma sono molti quelli che ne hanno più di uno. Coi cavalli i cavalieri ci vanno a spasso, fanno passeggiate per il territorio, riscoprono i vecchi sentieri del Montalbano, spesso accompagnati da guide o altri personaggi che si aggregano alla compagnia. Partecipano al Settembre quarratino, al Carnevale dei bambini – e per i bambini organizzano un vero e proprio battesimo della sella, come forma di avviamento al cavallo. Quattro o cinque anni fa hanno anche partecipato a una festa medievale, e alla festa dell’uva, quando ancora la facevano, oltre alla processione di Badia a Pacciana e alla Passione di Casalguidi. La loro “festa grossa” è di luglio alla torre di Sant’Alluccio; in quest’occasione le tavolate riuniscono anche duecento persone, tra cavalieri, familiari e amici appositamente convenuti da fuori, con o senza cavallo.
I “Cavalieri del Montalbano” hanno un loro consiglio direttivo, presieduto da Dino Pieraccini, un vice presidente e cinque consiglieri – ma non hanno una sede, del tipo con stalle o simili, il loro punto di ritrovo è la via, o il campetto della chiesa di Quarrata, oppure il pratone della Màgia. Si riuniscono e decidono l’itinerario, poi si vedrà. Alle volte si spostano coi mezzi, cavallo e cavaliere, e si recano magari in Maremma, terra di butteri, o sulla montagna pistoiese; l’importante è garantirsi il tempo bello e una buona mangiata. Loro sono un esercito buono, e il loro obiettivo è passare il tempo in sana allegria, tutte le domeniche, tutto l’anno.
Ci sono anche le donne nel gruppo, delle cavalieresse, e in genere si è sempre disposti ad accettare chiunque abbia la passione per il cavallo.
Ma ne vale la pena? In fondo il cavallo è un hobby con dei costi; il cavallo mangia, e poi deve essere pulito, installato, bisogna starci dietro – un po’ come a un cane, un canòne. I cavalieri, che magari sono di famiglia contadina, col cavallo un po’ ci sono cresciuti, si sono affezionati, per loro il cavallo è un po’ una mania. E noi, che alziamo il capo quando li vediamo passare, non possiamo che esserne convinti e ci verrebbe quasi la voglia di montare sul “lallo” e partire all’avventura. Comunque se l’animale è di proprietà e lo tenete in uno spazio vostro alla fine come spesa non è granché. E poi il cavallo è un animale intelligente e sensibile, chissà che non ci contagi un po’ nella nostra testaccia tutta presa dal telefono. Per tutti quelli che amano il cavallo, o qualsiasi altro tipo di animale, l’appuntamento è per il 17 gennaio alla chiesa di Buriano: è il giorno di Sant’Antonio e ricorre la benedizione degli animali. I cavalli non possono entrare, aspettano fuori in compagnia dei loro cavalieri, belli e buoni come al solito – e una benedizione se la meritano proprio…