di Daniela Gori
marzo 2022
Montemagno è una piccola frazione collinare, alle pendici del Montalbano. Un paesino di case, che sembra di essere in un’altra epoca, lontana dai soliti ritmi serrati e dalla confusione a cui siamo abituati nelle zone più urbanizzate. Anche qui, come succede ancora nei paesi in cui i residenti si conoscono da generazioni, per socializzare è rimasto poco: la chiesa, l’ufficio postale, la piazza… e il circolo.
Luogo di ritrovo, di cultura, di solidarietà, di iniziative, il circolo Acli di Montemagno, qui dove non ci sono altre attività, è anche un luogo multifunzionale: oltre al bar, i locali all’interno si possono trasformare in sala da ballo, palestra oppure in teatro o cinema, all’occorrenza si può organizzare una cena, ci si può ritrovare per guardare il calcio in tv o fare una partita a biliardo. Perfino, in un paesino di poche anime come Montemagno, dentro al circolo c’è l’ambulatorio del dottore di famiglia, dove fino a poche settimane fa il dottor Diddi, prima di andare in pensione, una volta a settimana visitava i pazienti del paese. Nato intorno alla metà degli anni ‘50, il circolo ha sostituito i due precedenti che nella borgata del “Dreone” si spartivano i momenti liberi dei paesani (come si diceva, “uno è dei comunisti e l’altro è del prete”). «Poi venne costruito quello attuale nel centro del paese, su un terreno donato dalla fattoria Poggi Banchieri alla parrocchia, donato appositamente per farci una nuova sede» racconta Marcello Bracali, presidente del circolo di Montemagno fin da giovanissimo, ad oggi, anche se con qualche interruzione «venne fatto un accordo con l’allora parroco don Pomposi». Marcello le mura del circolo se l’è viste tirar su sotto gli occhi, quando tornava da scuola (allora lì vicino c’erano le elementari con le pluriclassi) e si ricorda tutto. «L’edificio nacque come cantiere di lavoro per l’addestramento e la formazione dei giovani muratori, con i contributi economici della parrocchia e dei soci. All’inizio era solo a un piano, solo in un secondo momento venne rialzato e al piano di sopra ci vennero fatti due appartamentini. La vita del circolo era strettamente legata ai ritmi della chiesa, don Vittorio Michelozzi era il classico curato di campagna e rispettava tutte le tradizioni e quando la domenica pomeriggio c’era la funzione religiosa voleva che si chiudesse perché la gente doveva andare a messa».
Da allora il circolo Acli di Montemagno è stato il fulcro della socializzazione del paese, punto di scambio di opinioni, luogo dove passare qualche ora tranquilla dopo il lavoro per fare due parole, i cacciatori parlavano della caccia e il lunedì si discuteva delle partite di calcio. Tante le iniziative che lo hanno tenuto vivo nel corso degli anni, come gli spettacoli che venivano fatti nel bel salone teatro, organizzati dalle maestre delle scuole oppure anche dalla filodrammatica del posto o da altre compagnie amatoriali delle altre frazioni che si esibivano in rappresentazioni di vario tipo.
L’anno solare era scandito dagli appuntamenti fissi: il Carnevale a febbraio, con le sfilate dei carri, il premio di pittura a giugno con l’ex tempore “Montemagno e il Montalbano”, di cui restano ora i dipinti appesi alle pareti e a luglio la cena con i soci per San Jacopo. L’autunno poi portava le sagre per valorizzare i prodotti locali: il “Vin novo”, le frugiate, il castagnaccio e i necci, le frittelle e l’olio. A dicembre, il mercatino di Natale, apprezzato dagli artigiani che mettevano i banchini all’interno del salone, al caldo e all’asciutto. E la gestione del campo sportivo di Montemagno, che vide anche la nascita della squadra di calcio che poi, trasferita a Quarrata, gettò le basi per l’Olimpia. Tante le iniziative nel corso degli anni, prima che l’arrivo del Covid devastasse dappertutto l’aggregazione e le occasioni culturali e ricreative.
Adesso faticosamente, come accade per tutti i circoli, anche questo si sta rimettendo faticosamente in funzione. «Il problema è anche il ricambio generazionale» continua Marcello Bracali «i giovani non hanno troppa intenzione di impegnare il tempo libero in un circolino di campagna, i tempi sono cambiati, hanno altri interessi, altre priorità. Noi soci volontari ora abbiamo ripreso a tenere aperto facendo dei turni, tutte le sere dalle 21 alle 24, ma c’è poco movimento, a volte salta perfino la partitina a briscola per la mancanza del quarto giocatore. Ma non ci arrendiamo: recentemente abbiamo ospitato uno spettacolo per il Settecentesimo di Dante Alighieri, inoltre continueremo a organizzare le gite per i soci, il trekking per la valorizzazione del Montalbano e un’iniziativa importante che da alcuni anni portiamo avanti, cioè la “passeggiata ecologica” per raccogliere rifiuti abbandonati lungo le strade della zona, in occasione della manifestazione di Legambiente “Puliamo il mondo”» (foto in questo articolo).