di Daniela Gori
settembre 2021
Per quale motivo ci sia il circolo “La Tranquillona” a Ferruccia, lo dice il nome stesso: c’è sempre bisogno di un luogo di ritrovo dove trascorrere in “tranquillità” un po’ di tempo libero o qualche ora di svago dopo il lavoro.
Ex circolo Acli, poi divenuto Mcl, adesso fa parte dei circoli Anspi, appartiene alla parrocchia della Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, è gestito interamente da volontari e ne è presidente il parroco, don Marius Vorga. Un luogo tranquillo, come dice il nome, dove trascorrere delle ore in allegria, ma che purtroppo durante il lockdown era diventato tristemente noto sulle cronache perché qui il Covid colpì pesantemente la comunità. Baldino, Riccardo, Mario, Amelio, c’è la loro foto ricordo appoggiata a una parete, per non dimenticarli. Erano amici e venivano sempre a fare una partita a carte nel pomeriggio al circolo; purtroppo se li è portati via il virus, uno dopo l’altro, nel marzo 2020.
E per ripercorrere gli anni in cui il circolo è nato, nel secondo dopoguerra, nella frazione al confine tra Quarrata e Agliana, non importa scomodare Peppone e don Camillo per capire che, come in tutto il Paese, anche a Ferruccia in quel periodo le contrapposizioni partitiche davano luogo a più punti di incontro dove riunirsi in nome di ideali diversi. Così, i lavoratori che si sentivano più vicini alla vita della parrocchia e della Chiesa, cominciarono in un primo momento a fare le loro riunioni nella canonica del prete, finché non venne deciso di costruire una sede adeguata per quello che a poco a poco stava assumendo l’organizzazione di un circolo.
A raccontare la storia della costruzione degli attuali locali della Tranquillona è uno dei soci volontari più attivi, Franco Nesti. «I lavori iniziarono sul terreno donato dai parrocchiani e ogni persona che volontariamente metteva a disposizione il proprio tempo libero, si dava da fare per aiutare a tirare su le mura, con i cantoni e la ghiaia» racconta Nesti. «Ma la fatica era tanta e anche procurarsi il materiale non era cosa semplice. L’intenzione iniziale perciò era di fare un locale a un piano solo, quando nel ‘51 successe un fatto particolare: ci fu l’alluvione e l’Ombrone ruppe l’argine nel punto adiacente alla piazza. La piena trascinò tutti i detriti, tra cui una montagna di ghiaia e di rena, proprio davanti alla sede in costruzione del circolo. A quel punto venne deciso di approfittarne e di utilizzare la ghiaia che era arrivata sul posto per fare anche il piano superiore».
Intorno ai primi anni ‘60 la Tranquillona come sede della Democrazia cristiana ricevette un contributo economico dal partito, e così si ingrandì ulteriormente. La grande sala parrocchiale venne intitolata a don Nazzareno Bardi che, dopo don Orazio Ceccarelli, aveva preso la guida della parrocchia di Ferruccia. In seguito toccò a don Enrico Pretelli gestire la parrocchia e quindi anche il circolo. All’interno un pittore locale, Nello Mungai, assieme al suo giovane allievo Domenico Ventura, abbellì le pareti con dipinti di paesaggi che tuttora rendono più accogliente la sala dove c’è il bancone del bar e i tavolini, dove tra un caffè e una bevuta, si può passare qualche “tranquillona” ora di svago.