Dalle Dolomiti al Montalbano: storia di un palloncino

Dalle Dolomiti al Montalbano: storia di un palloncino

di Carlo Rossetti

marzo 2013
 
 
“Dove andranno a finire i palloncini quando sfuggono di mano ai bambini…” è il verso di una canzone di Renato Rascel, con cui si potrebbe cominciare la storia che stiamo per raccontarvi. Una storia che sembra tratta dalla letteratura per l’infanzia e non certo da immaginare nell’epoca in cui viviamo. E’ il novembre del 1997 quando un abitante della frazione di Colle, Brunero Gaggioli, che sta raccogliendo le olive nei dintorni della propria casa, scorge i resti di un palloncino rimasti impigliati negli ultimi rami di un olivo. In un primo momento non fa caso alla cosa, ma quando raggiunge la sommità per la raccolta dei frutti più alti, si accorge che al filo penzoloni è legato un biglietto. Incuriosito lo stacca e legge quanto vi è scritto: “Auguri di buona pasqua a tutto il mondo”, dopodiché, soddisfatta la prima curiosità, lo lascia per terra senza riservare ulteriore interesse al ritrovamento. A casa ne parla con la moglie che, stupita per il fatto assai singolare, prega il marito di recuperare il biglietto. Quando entrambi lo leggono con più attenzione, si accorgono che l’augurio è stato inviato il 30 marzo dello stesso anno, in occasione della Pasqua, da Eleonora Tormen, residente a Limana in provincia di Belluno che, come si vede nella foto qua sotto, ha voluto che il messaggio non fosse anonimo indicando le proprie generalità.
 
E’ tanta l’eccezionalità del fatto, che fa nascere nei coniugi Gaggioli il desiderio di risponderle, il proposito di ricambiare il gesto gentile, che non era certo indirizzato a loro, ma che il caso ha voluto ne fossero i destinatari. Perciò nei giorni seguenti scrivono a Eleonora, ringraziandola e ricambiando gli auguri. La bambina di dieci anni che ha inviato il messaggio, incredula, non pensando più al suo palloncino ormai ritenuto svanito nell’aria, invia una lettera di risposta, in cui esprime lo stupore e la commozione che la notizia del ritrovamento le hanno procurato. Nel contempo esprime il desiderio di conoscere la famiglia Gaggioli, che si realizza l’anno successivo nel 1998, quando la bambina viene con i genitori e un fratello a trovare Brunero e Gigliola Gaggioli a Colle, per conoscere quel destinatario sconosciuto che il destino ha voluto assegnare al suo messaggio. Fra le due famiglie è ora nata una vera e propria amicizia, fatta di lettere e di appuntamenti telefonici ricorrenti. Forse è proprio per l’unicità dell’invio, per la bellezza del gesto, che ormai si sentono legati come si fossero sempre conosciuti. Tant’è che l’anno scorso Eleonora, nel frattempo cresciuta, è ritornata a Colle per presentare suo marito a Brunero e a Gigliola, a conferma di quale sia il rapporto che si è instaurato fra loro.
 
 
Non c’è che dire, sembra proprio una storia di altri tempi che suscita qualche riflessione. Al pari di un portaordini che in tempo di guerra, sfidando il nemico, consegna il dispaccio che gli è stato affidato in prima linea, così il palloncino lottando contro l’imprevedibilità del tempo e la bizzarria dei venti, riesce anche lacero, dopo circa quattrocento chilometri, a recapitare il messaggio d’augurio. E’ soltanto un caso, ma lo affida a un olivo che è il simbolo della pace.
 
In un’epoca come questa, dove la fretta condiziona la vita di ognuno di noi e in cui qualsiasi comunicazione, sempre più urlata, si sovrappone agli sms e alle e-mail, togliendo il piacere del dialogo diretto, il palloncino, antesignano di internet, diventa il simbolo di un mondo più a misura d’uomo. E’ l’emblema di una lentezza che farebbe riscoprire il piacere del vivere insieme e perciò un poetico invito a incontrarsi.
 
 

Foto sopra: Eleonora, la bambina che ha scritto il messaggio, assieme al fratello.

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