di David Colzi
dicembre 2017
Per raccontare questa storia andiamo a Spedaletto, ad un passo dal palazzo comunale, ed entriamo “dal Compiani” come si usa dire, ovvero in un negozio che dagli anni ’50 è un punto di riferimento per tutto ciò che concerne l’abbigliamento, inteso sia come capi, sia come articoli da merceria. Questa storia abbraccia 4 generazioni ed inizia con il fondatore Ugo Compiani (nella foto sotto) nativo della località “Le piastre” di Tizzana, che già prima della guerra andava casa per casa a vendere biancheria e materiale per cucire, insomma faceva merceria porta a porta. Nei primi anni ’40 iniziò ad integrare questa attività con i mercati in piazza a Quarrata. All’epoca il suo mezzo di trasporto era un barroccio trainato da un asino e come rimessaggio aveva in affitto una stanza collocata dove c’è oggi una parte del bar Grazia e che allora era di proprietà di un fabbro-artista, Guido Cialdi, detto Guido d’Cialdino.
Ugo ebbe ben 14 figli ma a causa delle malattie ne sopravvissero solo quattro, tre femmine ed un maschio; quest’ultimo, Amelio, entrò nell’attività di famiglia in pianta stabile (foto sotto). Negli anni della guerra per racimolare qualche soldo in più, Amelio, oltre ad aiutare il padre, si improvvisò persino barbiere e durante il periodo della liberazione offriva i suoi servizi agli alleati d’istanza nella zona. Proprio grazie ad Amelio arrivò la prima auto con la quale poté essere presente anche al mercato di Pistoia, fino agli anni ’70.
La data di svolta fu però il 1953, quando i Compiani scesero da Tizzana e acquistarono a Spedaletto una piccola casa e al pian terreno, proprio a fianco della cucina, venne ricavato uno spazio adibito a merceria con un po’ di abbigliamento; entrambe le stanze erano comunicanti tramite una porta interna. Questo faceva sì che chiunque entrasse in negozio, a qualsiasi ora del giorno, venisse servito in una sorta di orario continuato: «Anche se eravamo a tavola per pranzo o per cena» ricorda divertito Alvaro, figlio di Amelio, attualmente in negozio. Capitava poi che qualcuno venisse a bussare dal Compiani a tarda sera, perché magari era venuto a mancare improvvisamente un parente e si necessitava di capi d’abbigliamento per l’esposizione. Ma i primi tempi della merceria furono comunque duri e Alvaro ricorda che già da ragazzo iniziò a dare una mano, andando in bicicletta a vendere il sapone porta a porta.
Con l’arrivo del benessere economico le cose iniziarono a girare nel verso giusto e il negozio dei Compiani divenne un punto di riferimento per i clienti in cerca di qualità. Ad onor del vero, Amelio era conosciuto non solo da una folta clientela, ma anche dai suoi colleghi commercianti, in quanto, per un certo periodo, collaborò col Comune di Quarrata come addetto al rilascio delle licenze per l’apertura di attività commerciali: «Era estremamente disponibile e corretto con tutti,» ci dice Alvaro «perché capiva le esigenze di chi aveva bisogno di lavorare». Purtroppo Amelio se ne andò presto, pochi anni dopo il padre Ugo, nel 1974, e il figlio ventenne si trovò da solo al timone del negozio. Ed è proprio ad Alvaro che dobbiamo l’ampliamento del negozio così come lo vediamo noi oggi, grazie all’acquisto di altri vani nel 1990; sarà sempre lui a creare il vero e proprio reparto di abbigliamento assieme alla moglie Daniela, altra presenza fissa in negozio. D’altronde allora si poteva osare, perché gli anni ’90 erano ancora tempi d’oro per l’economia quarratina: erano i tempi dei clienti che aspettavano fuori che il negozio aprisse, i tempi delle sfilate in piazza e al Byblos, i tempi degli abiti comprati a Parigi da Alvaro per offrire capi esclusivi che non si trovavano in zona. Ma quegli anni coincisero anche con l’entrata in negozio della figlia maggiore di Alvaro e Daniela, Olivia, diventata la quarta generazione dei Compiani presenti nell’attività di famiglia.
Un capitolo a parte lo meriterebbe sicuramente la signora Iolanda (foto sopra), moglie di Amelio, colonna portante della famiglia e della merceria. Lei è stata sempre in negozio fino al giorno prima in cui è mancata nel 2013, all’età di 97 anni, impegnata fra orli e filet. Donna di una volta, concreta e decisa, molti la ricordano seduta sulla sua sedia davanti al bancone, da cui, come precisa sorridendo Alvaro: «Mandava avanti tutto il negozio».
Dopo più di 60 anni di attività e dopo tutti questi anni di crisi, come si fa a rimanere ancora aperti? A questa domanda Olivia risponde: «Continuando ad offrire un po’ di tutto, come si faceva una volta. Da noi si trova dall’ago al cappotto, dalla calzatura al materiale per cucire. Qui siamo rimasti un piccolo emporio commerciale in stile paesano». «Tutt’oggi abbiamo clienti che vengono a trovarci da fuori Quarrata» conclude Daniela «perché abbiamo articoli che non tiene più nessuno. In più continuiamo a fare riparazioni e orli».