Il Ghostwriter… che è dentro di noi

Il Ghostwriter… che è dentro di noi

di Massimo Cappelli

dicembre 2012

Carissimi,
Nel numero passato ho battuto tutti i record personali scrivendo ben quattro articoli: il ricordo del caro Giancarlo Zampini, Il pezzo su Mario Ramazzotti, l’intervista a don Maurizio Andreini e il mio Concludendo. Soprattutto in riferimento a quest’ultimo, nel quale, ispirato da un tatuaggio di mia figlia, ho cercato di trasmettere un messaggio di speranza sulla desiderata, e mi auguro anche, imminente risoluzione della crisi economica, sono state tantissime le vostre testimonianze di gradimento. E non potete immaginare il piacere che mi hanno fatto i vostri elogi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, al plauso è seguita l’affermazione <<ma… dici la verità, scrivi veramente tutto da solo?>>. Questo la dice lunga sulla mia credibilità di pubblicista (da non confondere con il termine pubblicitario che è il mio vero lavoro). Ad essere sincero, però, quando rileggo ciò che scrivo a distanza di tempo, il più delle volte mi meraviglio anch’io; questo mi fa comprendere i vostri dubbi. È come se non mi riconoscessi, nella struttura, nei concetti e nella stesura. È come se quel testo fosse stato scritto da un’altra persona molto più brava: il ghostwriter* che è dentro di me.

Ognuno di noi è un personaggio unico. Ognuno di noi ha un approccio unico con il mondo che lo circonda. Ognuno di noi ha un modo unico di relazionarsi, esprimendosi con il proprio stile: gli atteggiamenti, il modo di vestire, il modo di conversare, la gestualità o quant’altro. Gli altri ci conoscono e ci riconoscono attraverso la nostra personalità, che scaturisce dalla nostra comunicazione, verbale e non. La  personalità viene emanata con strumenti propri, per esempio l’aspetto fisico, il timbro della voce, la postura, o con strumenti acquisiti come, l’istruzione, la cultura personale, oppure altri acquistati, come il gusto nel vestire, la scelta di un profumo ed altro ancora.
Oltre a questo c’è qualcos’altro di molto importante che riconduce alla nostra soggettività: l’opinione che gli altri hanno di noi, grazie alla struttura astratta che ci siamo costruiti nel tempo, attraverso il nostro modo di essere, i nostri comportamenti, la nostra sensibilità e le nostre gesta. Quando scriviamo, invece, è direttamente il nostro pensiero che cerca di connettersi ad altre menti, senza passare attraverso il nostro corpo. È lo spirito che comunica in maniera incontaminata, senza fattori inquinanti. Per farvi un esempio, io soffro di una leggera balbuzie che reprimo con un po’ di fatica; ovviamente questo piccolo difetto non gioca certo a mio favore, poiché limita la mia comunicazione verbale e compromette il mio prestigio condizionando il giudizio dei miei interlocutori. Quando scrivo invece, vado a ruota libera… è per questo, forse, che la gente non mi riconosce nei miei articoli.
In questi pochi anni che mi diletto a scribacchiare, ho scoperto che la scrittura può essere addirittura terapeutica e consiglio a tutti di usarla il più possibile. Fra l’altro oggi non mancano nemmeno i modi o i mezzi, basta pensare agli SMS, ai social network o alle e-mail. Scrivendo abbiamo l’opportunità di rimetterci in gioco, se lo vogliamo. La comunicazione scritta è connessione di pensiero e a volte serve a velocizzare un approccio, a ricontestualizzare una relazione o a renderla più profonda. I nostri ragazzi lo sanno bene, loro usano molto la scrittura per comunicare, con i telefonini, con facebook o twitter. Attenzione però, non vorrei essere frainteso, io non dico che non dobbiamo più comunicare con la parola, poiché essa è il mezzo più naturale, diretto e istintivo. La comunicazione verbale resta sempre e comunque al primo posto, dare però via libera allo scrittore che è dentro di noi è sicuramente positivo e utile. Ciò che è scritto e divulgato a più menti diventa eterno, immortale e infinito.
E… a proposito di infinito, forse, se avessimo potuto conoscere, un paio di secoli fa, uno dei maggiori esponenti della letteratura mondiale quale Giacomo Leopardi, probabilmente ci saremmo meravigliati, veramente, della potenza del pensiero e della limitatezza del fisico.

Concludendo, voglio dire, scrivete, scrivete, scrivete per conoscere e far conoscere agli altri la parte immortale che è in voi. E poi voglio farvi una confidenza… detto fra noi (tanto siamo solamente qualche decina di migliaia) devo confessarvi che io, per poter scrivere liberamente, tutte le stronzate che voglio una volta ogni tre mesi, ho dovuto fondare una rivista… trimestrale, ma voi zitti… ‘un lo raccontate a nessuno eh?

Ciao, alla prossima

(*) Un ghostwriter (letteralmente scrittore fantasma), in italiano scrittore ombra, è un autore professionista, pagato per scrivere libri, articoli, storie, pubblicazioni scientifiche o, in campo musicale, composizioni, che sono ufficialmente attribuiti ad un’altra persona.
Celebrità e leader politici assumono spesso ghostwriters per scrivere o sistemare autobiografie, articoli, discorsi, o altro materiale. Nella musica, i ghostwriter sono usati nella musica classica, nella musica pop, come il country e l’hip-hop o nelle colonne sonore dei film.
Tratto da Wikipedia

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it