Contributi per le calamità – davvero conviene richiederli?

Contributi per le calamità – davvero conviene richiederli?

di Daniela Gori

settembre 2016

Si rivelano molto dispendiose in tempo e denaro le procedure, per chiedere il contributo a seguito delle calamità naturali degli anni tra il 2013 e il 2015, stabilite dal Consiglio dei Ministri per far fronte ai danni al patrimonio privato sul territorio della Regione Toscana. Presentare la domanda infatti prevede che oltre alla documentazione che le persone danneggiate presentarono a suo tempo, sia adesso necessaria una perizia giurata da un professionista del settore nella quale si attestano i lavori fatti e il relativo costo. Perizia il cui costo si aggira intorno ai 700-800 euro, oltre all’eventuale assistenza di un Ufficio Tecnico, il tutto a carico del richiedente i danni. A questo punto, come si suol dire, il gioco non vale la candela, per tutta quella parte di cittadini che hanno subito danni per un valore tra i 1000 e i 2000 euro, perché tra richieste di informazioni, telefonate, giri per uffici, e costi, alla fine si è portati a desistere, pensando che “ormai, i danni li ho riparati a mie spese, lasciamo perdere e chiudiamola lì”

È quanto ha fatto notare anche il signor Alvaro Fornaini di via del Falchero, che dopo aver già prodotto una documentazione sostanziosa all’epoca dei fatti adesso dovrebbe ricominciare da capo: «A suo tempo ho presentato immediatamente dopo l’ evento la richiesta di rimborso all’ Ufficio Protocollo, quella di sopralluogo per la verifica dei danni, la scheda “B” con la valutazione provvisoria di spesa e 8 fotografie in cui si vede bene che la mia abitazione è circondata 40 cm d’acqua. Vennero anche le autorità comunali preposte al sopralluogo: per avere 1600 euro di danni non bastava tutta questa documentazione?» 

Evidentemente queste sono le procedure, che potrebbero essere comprensibili per chi fa richieste di perdite ingenti, per decine di migliaia di euro, ma non certo convenienti per chi ha riportato danni dell’entità del signor Fornaini. «Qui con le spese per gli incartamenti finisce che ci si va a rimettere, viene il dubbio che sia fatto tutto apposta per farci rinunciare a questi soldi, che saranno forse pochi per chi sta sui seggi ben retribuiti ma per tanti di noi sono comunque importanti». 

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