Dal 1956, Elettromeccanica Palandri Giosuè

Dal 1956, Elettromeccanica Palandri Giosuè

di David Colzi

settembre 2016

La ditta di Giosuè Palandri di Olmi, che ha compiuto 60 anni nel maggio 2016, rappresenta qualcosa di più di una semplice impresa locale che si occupa di elettricità, elettrodomestici, elettrauto, materiale elettrico e altro ancora, perché grazie ai ricordi del suo proprietario, possiamo rivivere il boom economico di Quarrata con tutti i suoi oggetti di consumo, fino a giungere ai nostri giorni con le parabole sul tetto, i televisori a led e il digitale terrestre.

Quando il giovane Giosuè iniziò a studiare all’Istituto professionale Antonio Pacinotti di Pistoia, la meccanica era ancora qualcosa di pionieristico, ma lui aveva la completa fiducia del padre Giovanni, contadino, il quale aveva intuito le potenzialità di questa materia di studio. «Pensi che nell’anno scolastico ’52/’53, in tutto il nostro comprensorio eravamo solo in 2 ad essersi diplomati Tecnici al Pacinotti: io a Vignole e Romeo Santini a Caserana» precisa Palandri. Dopo aver imparato il mestiere dall’ingegner Ciro Calzolari, nella sua bottega meccanica a Catena di Quarrata, arrivò il momento di aprire la ditta nel 1956, e siccome all’epoca aveva solo 18 anni, gli servì la firma del padre. Inizialmente la piccola azienda era formata da 2 soci, il signor Palandri e Rolando Gaggioli, rimasto con lui fino al 1993. «I nostri padri ci diedero 45mila lire a testa per affrontare le prime spese» ricorda Giosuè. Al momento di aprire i battenti, questa attività poté contare su un certo numero di clienti garantiti, che poi erano i parenti del signor Palandri; infatti dalla parte di suo padre, erano in 7 tra fratelli e sorelle, mentre dalla parte di sua madre Lidia, erano addirittura 13. «La prima elettropompa per l’acqua Marelli PLM 1, la installai nel 1957 a mio zio Omero. Lui aveva 20 bestie nella stalla, e se si considera che una mucca beve d’estate più di cento litri d’acqua al giorno, si capisce quanta fatica duravano allora i contadini, facendo tutto con secchio e carrucola. Quando gli dissi che l’elettropompa gli avrebbe erogato circa 80 litri d’acqua al minuto, lui rispose che era impossibile»


Già, l’incredulità. In quegli anni così lontani da noi, tutte quelle automatizzazioni sembravano piovute dal cielo; non solo non si conoscevano, ma spesso se ne ignoravano i nomi. Così un contadino di Vignole andò da Giosuè a chiedergli di installargli sul tetto un “rastrello”, cioè un’antenna televisiva; in più voleva in casa una “madia a luce”, ovvero un frigorifero. Tornando all’agricoltura, l’apporto di persone come il signor Palandri ebbe quasi del miracoloso e contribuì sensibilmente a migliorare lo stile di vita di contadini e allevatori, si pensi alla motorizzazione delle macchine trinciaforaggi per governare i vitelli. 
E nelle case? Fra le prime comodità arrivò l’acqua calda direttamente dal rubinetto, senza bisogno di mettere il paiolo a scaldare sul fuoco. Si ricorda la prima lavatrice che ha venduto? «Eccome. Era un modello Candy 75 e la installai sul finire degli anni ’50 a Quarrata». E la più bella soddisfazione? «Quando ho portato l’acqua calda a casa della mia mamma». La famiglia è sempre stata importante per lei… «Sì,» prosegue Palandri «e ne approfitto per ringraziare mia moglie Carla e mia sorella Vera; quest’ultima all’occorrenza mi ha dato persino una mano con il mio lavoro».

Arrivò poi il boom edilizio degli anni ’60 e naturalmente tutte quelle case nuove avevano bisogno di elettricità; anche in questo caso Palandri e Gaggioli diedero il loro contributo. «Nella zona per l’elettricità c’eravamo noi e Valerio Gori, con cui siamo sempre stati in ottimi rapporti» dice Giosuè. Dal 1993, al suo fianco c’è il figlio Gianni, che si dedica con passione a questo lavoro, in particolare cimentandosi negli elettrodomestici moderni, mentre Giosuè conserva tutte le conoscenze del riparatore di una volta. Spulciando qua e là nella loro officina, vediamo infatti, in mezzo ai televisori di ultimissima generazione, una radio a valvole Sinudyne, un vecchio giradischi Allocchio Bacchini e un registratore a nastro Geloso.

In conclusione, a questo giovanotto di 78 anni così carico di energia, chiediamo come vive in questa epoca così fortemente tecnologizzata: «Io mi trovo molto bene. La tecnologia è utilissima e io sono contento di continuare a conoscere cose nuove». Quindi il suo elisir di eterna giovinezza è la curiosità? «Certo! Quel che mi frega è l’anagrafe,» dice sorridendo Giosuè Palandri «perché ho ancora tanta voglia di fare».

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