di Marco Bagnoli. Ph: Foto Olympia
dicembre 2017
Davide Torracchi è il giovane allenatore della squadra femminile di pallavolo Blu Volley Quarrata, che da quest’anno gioca in B1. Davide è originario di Montale, e proprio a Montale ha mosso i suoi primi passi di sportivo, giocando a calcio fin da piccolo, prima nel Montale, poi nel Ramini e poi di nuovo nel Montale, fino alla promozione. La rottura del crociato nel 1998 sembrava aver messo uno stop alla sua carriera di calciatore, ma un nuovo inizio del tutto inaspettato era dietro l’angolo. All’epoca infatti Davide stava studiando all’Isef, e tanto per non stare con le mani in mano stava prendendo una serie di patentini sportivi, quello di basket e quello di pallavolo; è proprio uno dei suoi insegnanti, Claudio Caramelli, allora allenatore della squadra U13 e prima squadra, a richiedere la sua collaborazione come assistente allenatore per il gruppo delle ragazze più piccole dell’Unione pistoiese volley, il vecchio Sperone volley. Non avendo trascorsi come giocatore, Davide si è ritrovato a imparare tutto sui libri e sull’esempio di Claudio; l’ambiente era bello, il contatto con le persone ripagava tanto in termini affettivi. È così che Davide è rimasto ad allenare il gruppo per ben cinque anni.
È a quel punto che si fanno avanti Emanuele Ferri e Fabio Frosini per conto del Blu Volley Quarrata. Era il settembre del 2003, e da allora Davide può contare gli anni della sua permanenza nella squadra contando gli anni di suo figlio Tommaso, nato ad agosto. In quattordici anni sono successe tante cose, sono stati tanti i gruppi di ragazze che si è trovato ad allenare. Su tutti ricorda quello del ‘91/’92, col quale ha raccolto enormi risultati vincendo diversi campionati regionali di seguito.
Nel 2008 inizia ad allenare la prima squadra; sono cinque anni di serie C, fino alla promozione in B2. E poi si ricomincia, altri cinque anni di B2 fino all’ultima promozione in B1. E da quest’anno si fa sul serio, il lavoro diventa veramente impegnativo – tenendo conto che Davide porta avanti in parallelo il suo lavoro di assicuratore presso le Generali di Quarrata, continuando imperterrito nel suo tifo per il Pistoia basket e per l’irrinunciabile Fiorentina, in questo supportato da Tommaso, anch’egli giocatore di pallone. Nemmeno le ragazze vivono di volley, alcune di loro sono studentesse, altre dopolavoriste, pendolari dalla Val di Nievole, da Firenze o da Agliana. Quello dell’allenatore è un lavoro impegnativo, dalla preparazione tecnica, all’organizzazione degli allenamenti; la società collabora al meglio rispettando gli impegni e lasciando campo libero all’allenatore. E in più c’è la conoscenza di anni che rende ideali i rapporti.
La riconferma di alcune ragazze che giocano dai tempi della C si sposa al meglio con l’inserimento di nuovi elementi dal settore giovanile, che ottempera al meglio il suo ruolo di vivaio. È così, che trovandosi ad affrontare nuove squadre preparate al meglio, alcune delle quali hanno già esplorato il mondo della serie A, si riconferma il ruolo dello sport quale ideale palestra di vita: un universo meritocratico, che premia e fa emergere nient’altro che il lavoro, che stimola il miglioramento individuale e il superamento dei propri limiti e concependo un nuovo ostacolo come un’ennesima occasione di collaborazione. Un po’ come fanno le api, che si riuniscono tutte quante nella produzione del miele, così deve girare una squadra: senza prime donne, ciascuna con un mattoncino portato alla causa comune.