Don Marino Marini

Don Marino Marini

di Massimo Cappelli

marzo 2015

Don Marino Marini, parroco delle frazioni di Tizzana e Catena, insieme al seminarista Alessio Tagliaferro, suo prezioso aiutante, risponde alle domande di NoiDiQua.

Nelle sue due frazioni sono cresciute le famiglie che hanno bisogno di aiuti economici?

Quando sono arrivato la Caritas non era ancora stata organizzata e siccome è anche desiderio del Vescovo che ci sia un Centro di Ascolto in ogni parrocchia, con il prezioso aiuto di Alessio abbiamo iniziato la collaborazione con la Caritas di Quarrata. I disoccupati sono sempre di più e le richieste di aiuto purtroppo sono sempre maggiori; da quasi un anno è iniziata la distribuzione di pacchi alimentari e nel nostro piccolo cerchiamo anche di dare aiuti monetari a chi ha più bisogno. Il lunedì e il mercoledì il Centro è aperto per ascoltare i bisogni dei parrocchiani e accogliere le loro richieste; il martedì ed il giovedì si effettua la distribuzione dei pacchi alimentari.

Quali iniziative culturali sono messe in atto dalla sua parrocchia?

Abbiamo rilanciato la Festa di San Bartolomeo e quest’anno ricorre la festa Grossa del patrono San Macario: dal primo al dieci marzo ci saranno i festeggiamenti religiosi. Lo scorso anno abbiamo pensato di rianimare la frazione antica su in collina, con la Festa di Autunno all’interno del borgo. Per Natale abbiamo fatto i mercatini che hanno funzionato molto bene; una cosa curiosa e carina è stato il Presepe in Cantina. L’intento di queste iniziative è fare aggregazione e siamo riusciti a portare a Tizzana anche un migliaio di persone in un fine settimana andando ben oltre le nostre aspettative. Colgo l’occasione per ringraziare l’Associazione “Tizzana per Sempre” e tutte le persone che, con la loro presenza, hanno contribuito al successo della manifestazione. A Catena, dopo diciannove anni, abbiamo rilanciato con successo il carnevale, soprattutto per dare una spinta ai commercianti, ma anche per creare un punto di ritrovo per grandi e piccini. Le nostre due frazioni sono composte prevalentemente da famiglie anziane o di giovani famiglie venute da fuori. Ecco, noi riteniamo che l’aggregazione che scaturisce da queste iniziative serva soprattutto per far legare queste due tipologie di famiglie, inserendole nella realtà comunitaria.

Cosa ha provato ad entrare in una casa dove è stato commesso un omicidio?

Siamo rimasti tutti molto colpiti da questo brutto fatto che ha scosso tutta la comunità dove non era mai successo un fatto così grave. Io vivo solo, come molti sacerdoti del resto, per cui il rischio di aggressione purtroppo c’è. Devo dire però che non ho provato particolari sensazioni negative, anche perché sono arrivato quasi ad un anno dall’omicidio, quando gli assassini erano già stati catturati e giustizia era stata fatta. Questo ha contribuito, anche nella popolazione, di ritornare alla normalità, anche se il fatto non verrà mai dimenticato.

Sembra che papa Francesco stia andando nella direzione del matrimonio per i preti. Lei è d’accordo con questo “addio al celibato”?

Mah, veramente un pronunciamento chiaro non c’è ancora stato. Al contrario, papa Francesco ha riconfermato il celibato. C’è invece un’apertura sui preti che hanno lasciato il sacerdozio e pare ci sia la volontà di reinserirli nella pastorale. C’è stato un pronunciamento del Cardinale Martini che avrebbe pensato, al fine di non far mancare in ogni comunità l’Eucarestia Domenicale, di dare il sacerdozio anche a quelle persone già sposate, che godono di stima da parte di tutta la comunità. Ma questo solo a livello di ipotesi e discussione. Il celibato rimarrà sempre un grande valore nella Chiesa e a mio avviso un sacerdote, deve darsi completamente alla sua comunità; se avesse famiglia non potrebbe farlo totalmente.

Io ho un ricordo personale di lei di tanti anni fa: mi ricordo di quando a metà anni sessanta, venne a stare per un periodo vicino a casa mia, sopra la frazione di Folonica, in Via dei Pretelli.

Sì, io avevo lì una zia, Giovanna Fattori, sposata in Pratesi. Quando morì il mio babbo abbiamo dovuto lasciare la casa colonica e la mamma venne con me a servizio in seminario. Fu allora che per un periodo, fummo accolti da questi parenti. Rimanemmo appena un anno. Ovviamente, non si offenda, ma io non mi ricordo di lei (sorride).

Il nostro giornale entra in tutte le case di Quarrata; avendo l’opportunità di raggiungere ogni famiglia, cosa vuol dire a loro?

Mi auguro che con questo mezzo si riesca a dare più visibilità anche alle nostre due frazioni di confine, magari anche un po’ dimenticate da molti. Tizzana era la sede del vecchio Comune, quindi un borgo storico importante che negli ultimi sessanta anni è forse un po’ decaduto, rimando spoglio, forse perché non ha un vero centro storico vivibile. In origine era un fortino militare e per questo il borgo è molto frammentato. Speriamo, con questo articolo, di far riscoprire l’interesse per il borgo di Tizzana e la Pieve di San Bartolomeo, le colline e quanto di più bello c’è da vedere. Quest’anno ricorre la Festa Grossa e potrebbe essere un modo per conoscere le nostre radici, i luoghi da cui proveniamo e mantenere viva la memoria. Vi aspettiamo numerosi dal 1 al 10 maggio.

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