di Daniela Gori. Foto: Luca Castellani.
giugno 2017
E’ stata una bellissima sorpresa per tutti, quando Elena è stata chiamata dalla segreteria della prefettura. Una voce al di là del telefono le diceva di presentarsi alla festa della Repubblica del 2 giugno. «Lì per lì non mi rendevo conto di cosa si trattasse e nemmeno il motivo» racconta Elena Bardi, che fino a quel momento non aveva creduto di fare nulla di eccezionale nel prestare la sua opera di volontariato presso la residenza OAMI di Quarrata «ero incredula, ma ho accettato volentieri di andare a ricevere questo riconoscimento di cui mi si parlava per telefono». Alla presenza del prefetto, sua eccellenza dottor Angelo Ciuni, e dalle sue mani, Elena ha ricevuto niente meno che l’onorificenza di Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il volontariato. La sua opera consiste nell’amministrare la casa OAMI, gestire i conti, pagare le fatture, coordinare e fare purtroppo anche i tagli necessari, perché le risorse si sa, non bastano mai. «Ho cercato di fare delle economie» dice Elena, che è ragioniera diplomata al Capitini di Agliana «ma senza diminuire i servizi, restando all’interno di quei “paletti” che la normativa vigente impone».
Per Quarrata è un onore che una sua cittadina abbia ottenuto il cavalierato, e ancor di più lo è per la casa OAMI. «Siamo abituati a collegare l’handicap alla sofferenza, alla mancanza di risorse e ai casi pietosi. Ma noi dell’OAMI di Quarrata vogliamo invece parlare di Elena», dice Mariarosa Brogion che dirige la casa famiglia da anni «che non permette all’handicap di averla vinta su di lei, che è, e rimane, una persona padrona di tutte le sue risorse e le spende in allegria, e quando occorre anche con forza, mettendole al servizio di tutti. Ride, scherza e ti tira su, senza mai farti capire che è lei ad avere bisogno e diritto ad avere aiuto. Elena Bardi amministra la nostra casa OAMI da un paio d’anni; un’azienda complessa come lo sono tutte le nostre “case famiglia” e che il fondatore don Nardi, volle fossero casa per chi casa non poteva avere. In un momento particolarmente difficile per la casa, finanziario, legale ed umano, Elena si è assunta la responsabilità di guidare amministrativamente e contabilmente la barca, rimanendo nel contempo anche una volontaria e un amica per i nostri “ragazzi” e quando occorre, non permette loro di nascondersi dietro ai problemi che pure hanno, per farsene alibi. Non so quanti siano gli enti per disabili governati, da un’amministratrice disabile, in Italia e in Europa; non parlo di chi fa nobile presenza in qualche consiglio di rappresentanza, o alle pubbliche relazioni con la foto in posa su brochure, ma di chi effettivamente ha la responsabilità di decidere economicamente in prima persona il destino di quelli che da lei dipendono, fissando obiettivi, investendo, cambiando fornitori e tecnici, destinando risorse a determinati fini o togliendole ad altri. Il tutto infondendo armonia dentro la casa, andando in carrozzina per i corridoi, a conversare con il personale, gli ospiti e i volontari, rendendo semplice quel che semplice non è per niente: una di famiglia che fa il capo».
Elena intanto, dopo il giorno della cerimonia, ha ripreso le sue normali mansioni e la sua vita quotidiana. Di quel giorno ricorda solo la grande emozione «Tutto quel che ho lo devo soprattutto alla mia mamma, che mi ha fatto studiare, a volte anche obbligandomi, ma sempre per cercare di essere indipendente il più possibile».