di Marco Bagnoli
dicembre 2019
Enrico Cecconi vive a Quarrata dal 2016, ma è originario delle Fornaci, in provincia di Pistoia, dove è nato il 24 aprile del 1972. La sua infanzia non è molto diversa da quella di un qualsiasi bambino, fino a quando, all’età di cinque anni, fa il suo incontro con Osvaldo Chiti, musicista, già sassofonista nientemeno che con Mina. È lui che coinvolge Enrico e un gruppo di altri ragazzini della zona, e li trascina via dalla routine quotidiana, facendo loro scoprire il magico mondo della musica. Ed è proprio all’età di soli cinque anni che Enrico suona al primo di numerosi ultimi dell’anno, impugnando quelle bacchette che in tutti questi anni sembra non aver mai posato nemmeno per un minuto. Fino all’età di dieci anni impara per conto suo lo strumento, alla maniera di prima, andando dietro ai dischi; i dischi in questione sono quelli del fratello e delle sorelle, vale a dire Riccardo Cocciante, Claudio Baglioni e Pino Daniele soprattutto, ma anche i Cream, i Led Zeppelin, i Deep Purple e i Supertramp. Poi decide che è arrivato il momento di iscriversi ad una vera e propria scuola di musica, ma la breve esperienza si concluderà nel giro di un anno. È a questo punto che il caso si mette in moto, e permette ad un ragazzo che ha già avuto la fortuna di conoscere presto la musica, di entrare in contatto con una figura quasi leggendaria del mondo del rock, Ginger Baker, il batterista dei Cream, che negli anni ’80 viveva dalle nostre parti e frequentava Quarrata, come abbiamo scritto nel numero di giugno 2009.
All’epoca Baker era intorno ai cinquanta, e la mamma di Enrico si domandava cosa ci trovasse un ragazzino in uno di quell’età; e a dirla tutta nemmeno lui si rende ben conto della statura artistica della persona con cui si trova a passare il tempo, giorno dopo giorno. Con il crescere della confidenza, Enrico arriverà a padroneggiare i più diversi stili musicali, e del grande Ginger, che se n’è andato da poco, gli resterà forse uno dei più bei ricordi d’infanzia, oltre che il pedale della batteria dei Cream. Enrico si troverà a suonare in molte feste di fine anno, ma il resto del tempo non starà certo con le mani in mano, anzi: inizierà a suonare sempre di più, almeno tutti i fine settimana. Basti pensare che diventa professionista all’età di tredici anni. Punto e a capo. E invece no, la storia continua. A quindici-sedici anni si ritrova a suonare con Nick Becattini, ancor’oggi uno degli immancabili compagni di mille suonate.
Dopo aver accompagnato gruppi un po’ in tutta Italia, a un certo punto Enrico scopre l’America, letteralmente. Grazie all’interessamento dell’armonicista Chris Harper, che lo sente suonare a Zurigo, Enrico trascorrerà circa nove anni negli Stati Uniti, il tempo nel quale resterà sotto contratto per la Delmark Records di Chicago. Quella americana è una trasferta lunga che meriterebbe un libro a sé, ma in pratica la si può ridurre alle innumerevoli serate passate dietro ai tamburi ad accompagnare i più talentuosi rappresentanti del blues mondiale, dopo magari essere stato tutto il giorno in studio d’incisione. Enrico ha suonato con Billy Branch, James Cotton, Pinetop Perkins, Keb Mo, Buddy Guy… Il contratto “Made in Usa” è un qualcosa che in Italia se lo sognano. Gli Stati Uniti sono un po’ il paradiso dei musicisti, non tanto per i soldi, ma proprio per il rispetto che ai musicisti e alla musica viene riconosciuto. I rapporti tra i professionisti – e non – sono più franchi e amichevoli, dal momento che posti per suonare ce ne sono finché si vuole. Scaduto il contratto finisce anche la sua storia con l’America, ma non la voglia di tornarci. In Italia non si ferma, ed entra per sette anni nella band di Rudy Rotta, col quale registra due dischi e gira l’Europa. Suona con tanti, suona sempre, incastrando un tour dopo l’altro, vivendo una vita professionale in un paese molto, molto diverso da quello che freme oltreoceano.
Da un annetto circa Enrico ha costituito il suo trio di funk e soul, The Cecco, assieme alla moglie Laura Donati – voce, e a Filippo Guerrieri di Lucca – tastiere. La spinta è sempre quella della buona musica, comunque e dovunque. E anche oggi, che piove che sembra pagata, Enrico parte per Pisa per suonare con Nick; è come un ritmo che non si ferma mai.