di Marco Bagnoli
marzo 2016
Per molti anni è stato un “asso” del podismo, e ancora da prima era già un tifoso dell’Ascoli: oggi lo andiamo a conoscere per un’altra delle sue passioni per la quale, come dice lui, «val la pena spendere i soldi». Fabrizio ci accoglie in casa sua e i ricordi cominciano a vorticare come un vecchio LP.
Colleziona soltanto 33 giri in vinile di musica italiana, oltre a qualche 45 giri raccattato per strada. Ha le collezioni complete di molti cantanti… ormai ha smesso di contarli, ma dovrebbero essere all’incirca seimila. La collezione è iniziata più o meno nello stesso periodo nel quale ha iniziato a comprare i dischi in vinile, nell’88. Il suo primo vinile è stato “Le nuvole e la rosa” di Amedeo Minghi; lo comprò al Pentagramma, da Stefano Lomi e per tanti anni ha continuato a ripetergli che quel disco a Quarrata ce lo aveva solo lui. In un certo senso questo fatto è stato profetico per la sua collezione attuale, dal momento che la rarità e la bassa diffusione di un certo disco, vanno poi a influire sul suo valore. Perché li colleziona? Perché gli piacciono i testi dei cantanti italiani, gli piace ascoltarli con attenzione e molte volte riesce a indovinare le storie che ci stanno dietro – come spesso gli confermano i diretti interessati.
E di cantanti ne ha conosciuti molti: si va da Minghi, il suo preferito, a Carboni, Vecchioni, Leali, Barbarossa, la Turci, Jannacci, Fiordaliso, Mariella Nava, Aleandro Baldi, Little Tony, la Rettore, Ron, la Ruggiero, Enrico Ruggeri, Andrea Mirò, Riccardo Fogli, Guccini, Zarrillo, Bennato, Cristiano De André, i Ricchi e Poveri, Masini, Mal, Gino Paoli, Nino D’Angelo, Samuele Bersani, i New Trolls, Marasco, Tullio de Piscopo, Sandro Giacobbe. Loro sono sempre contenti di firmare autografi, cui aggiungono spesso delle dediche particolari, come quella di Amedeo Minghi che lo ringrazia “per la memoria”; anzi, sono loro che si stupiscono di rivedere questi vecchi album con le loro foto d’epoca.