di David Colzi
settembre 2019
Proseguiamo il nostro tour alla ricerca di aziende che lavorano con successo nel mondo del legno, portando così avanti la grande tradizione quarratina. Torniamo a Santonuovo per fare visita alla “Falegnameria Antelletti”, una realtà produttiva arrivata alla terza generazione.
Il fondatore, Carlo Antelletti, aprì la falegnameria agli inizi degli anni ’50, nella nativa Lamporecchio, dopo aver imparato il mestiere in una falegnameria locale che già nel dopoguerra, produceva camere per la ditta Lenzi. E anche lui, una volta messosi in proprio, poté contare sulle commesse del grande mobilificio quarratino, che soprattutto negli anni ’60 non mancavano; a queste univa poi gli ordini che arrivano da altri mobilieri pistoiesi. Col tempo però abbandonò la produzione in serie e iniziò a fare mobili su misura, spostandosi verso Prato, dove il settore fiorente del tessile portava soldi e quindi in tanti mettevano su casa e… mano al portafoglio. Intuendo che il mattone “tirava”, cominciò a realizzare anche gli infissi delle case. Con la filosofia di seguire sempre il mercato, Carlo non mancò di munirsi dei macchinari migliori e all’avanguardia per poter essere autonomo e soddisfare ogni richiesta; questa mentalità imprenditoriale è stata ereditata dai figli Pierluigi, attuale titolare, e Stefano. Per loro però, non c’è stata solo la pratica, ma anche “la grammatica”, in quanto si sono formati studiando all’istituto d’arte di Pistoia, naturalmente nella sezione di architettura e arredamento, in un periodo storico in cui la scuola era frequentata ancora dai grandi maestri come Jorio Vivarelli. Con l’arrivo di Pierluigi e Stefano l’azienda si è trasferita dal 1990 nell’attuale sede di Santonuovo con l’intento di ampliarsi, e con ciò si è ufficializzato il passaggio di testimone dalla prima alla seconda generazione.
Nel 2014, con l’ingresso in azienda di Andrea, figlio di Pierluigi, la Falegnameria Antelletti si è rinnovata ulteriormente, perché lui, forte dei suoi studi di disegno industriale a Firenze, ha portato in azienda programmi di disegno tecnico assistiti da pc e la ditta si è munita di macchinari quali il pantografo a controllo numerico, gestito da un computer che lo rende del tutto autonomo. Quindi si è inserito un processo automatizzato in un contesto artigianale.
Oggi gli Antelletti si occupano di tutto ciò che riguarda il legno nelle abitazioni e non solo, collaborando spesso con architetti che trovano in loro interlocutori ideali, in quando sanno muoversi fra progettazione e realizzazione, contribuendo così a concretizzare le loro idee. Non si tirano indietro neanche quando c’è da riportare a nuovo qualcosa di usurato, tipo i vecchi portoni in legno che si vedono nelle abitazioni storiche. La loro apertura mentale li porta anche a collaborare con altri falegnami, magari proprio quando quest’ultimi hanno bisogno di qualcuno dei loro macchinari per fare un lavoro particolare, e naturalmente pure loro si rivolgono ai loro colleghi, tipo per fare le verniciature, così possono ampliare la loro offerta rimanendo in tre.
Questa filosofia del “fare squadra” la troviamo vincente, anche perché uniti si fronteggia meglio un mercato in continua evoluzione, e purtroppo, anni addietro, tanti mobilieri e artigiani del settore si sono fatti una concorrenza spietata e senza esclusione di colpi a suon di ribassi, col solo risultato di indebolire il comparto produttivo quarratino.
La foto sopra fa riferimento alla scultura “L’uomo di Vinci”, realizzata su progetto di Andrea. Alta circa due metri, è stata creata per il cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, ed è stata esposta al Fuori Salone del mobile di Milano. Col medesimo soggetto sono state realizzati anche dei premi, donati ai partecipanti della Millemiglia, giunti alla tappa di Vinci. Sempre in onore al genio toscano, gli Antelletti hanno realizzato il “laminatoio”, una macchina disegnata da Leonardo che sarebbe dovuta servire ad assottigliare i metalli morbidi.