di Giacomo Bini. Ph: Foto Olympia
settembre 2017
Nel 2003, quando hanno preso le redini dell’azienda agricola di famiglia, i fratelli Guido e Gherardo Betti hanno seguito sempre una stella polare, quella di dimostrare che si possono fare anche nel pistoiese vini di tale qualità da poter competere alla pari con i giganti più conosciuti dell’enologia toscana. Passo dopo passo hanno rinnovato i vigneti, 25 ettari sulle primi pendici del Montalbano, e hanno ristrutturato completamente la cantina, che ora è attrezzata e moderna. Gherardo, 34 anni, è più impegnato nella tecnica enologica e agronomica, Guido, 39 anni, si occupa prevalentemente del settore commerciale. Sono i due fronti paralleli e interconnessi della crescita di un’azienda vinicola: produrre con sempre maggiore qualità e farsi conoscere il più possibile.
Ora i vini dell’azienda Betti sono esportati in diverse parti del mondo, dalla Cina alla Corea del Nord, dal Giappone alla Malesia, tutti mercati in espansione molto promettenti. Ma la sfida non è affatto finita, anzi l’azienda Betti sta affrontando la prova più ostica, cioè quella di far conoscere sempre più i propri vini sul mercato interno e anche nella nostra zona. Sembra un paradosso ma è più facile vendere in Giappone che sul mercato locale. Perché qui da noi l’immaginario è dominato dai soliti nomi e i soliti marchi, quelli dei giganti dell’enologia toscana delle province di Siena, Grosseto e Firenze. La provincia di Pistoia dal punto di vista quantitativo, cioè della superficie vinata, è una cenerentola in Toscana, ma dal punto di vista della qualità il discorso cambia: i vini Betti sono tra le eccellenze come processi produttivi e come risultato finale.
Nella bella sede dell’azienda Betti, che un tempo ospitava una scuola di Filet e Ricamo, sono esposte su ordinati scaffali quattro bottiglie di diversi rossi: due di Chianti del Montalbano (base e riserva) e due Igt (uno di merlot in purezza e un altro di sangiovese misto a cabernet). E poi ci sono anche due ottimi bianchi e un rosé Igt a completare un’offerta di assoluto livello. «Si pensa di solito che a Pistoia ci siano solo i vivai e le piante» dice Gherardo Betti «invece c’è anche un vino di qualità che dovrebbe essere fatto conoscere a turisti e alla gente della zona. Abbiamo riscontrato che è possibile fare un vino ottimo anche in zone meno conosciute di altre». Proprio per far conoscere meglio il vino pistoiese l’azienda Betti ha stretto un rapporto di collaborazione con la fattoria di Casalbosco di Santomato: «E’ inutile farsi la guerra tra noi produttori della zona» dice Guido Betti «le aziende vinicole pistoiesi devono lavorare insieme». Intanto, mentre parliamo con Gherardo e Guido Betti nella loro cantina, arrivano in continuazione clienti per ordinare o prelevare il vino, in bottiglia e sfuso. La vendemmia quest’anno è iniziata prima, a causa della lunga siccità, il vino sarà in quantità ridotta, ma la qualità sarà comunque eccellente.