di Marco Bagnoli
marzo 2017
La signora Fernanda è originaria di Burzanella, un piccolo paesino del comune di Camugnano, in provincia di Bologna, ma risiede a Tizzana dal 1956, quando si trasferisce coi genitori.
Sin da quando era bambina Fernanda ha memoria di aver sempre scritto, anche se, come dice lei, ha fatto soltanto la quinta elementare e non era una cosa così scontata all’epoca. La vita le ha dato la soddisfazione di una bella famiglia – il figlio Riccardo e la nuora Caterina, che considera una figlia, i nipoti Alex e Alexia – ma è stata anche abbastanza travagliata. È proprio al di là di uno di questi grossi impedimenti della sua vita, la morte dell’amato marito Luigi, avvenuta nel 2003, che Fernanda riscopre quella sua “passioncella” un po’ sopita, l’amore per la scrittura.
Lei non le considera nemmeno poesie, ma semplici riflessioni, pensieri buttati giù magari in ricordo di qualcuno, o proprio perché qualcuno le legga. Il tempo per farne una raccolta sembra maturo nel 2006, in occasione del suo settantesimo compleanno. Gli artefici di questa impresa, oltre agli immancabili familiari che non fanno mai mancare il loro sostegno ad un carattere altrimenti per sua natura schivo e riservato, sono due personaggi noti ai lettori di Noidiqua, purtroppo prematuramente scomparsi all’affetto dei loro cari e conoscenti: uno è il dottor Luigi Vangucci, sempre pronto a sollecitare l’ultima poesia ogni volta che si recava in visita, l’altro è il nostro grande direttore Giancarlo Zampini, giornalista de La Nazione, che si offre di illustrare il libro coi suoi disegni. A sostegno dell’operazione ci sono anche la dottoressa Romana Chiti, l’allora sindaco Sabrina Sergio Gori e il consigliere comunale Renata Fabbri. Nelle intenzioni di Fernanda ci sarebbe l’idea di trovare uno sponsor per poter pubblicare un cospicuo numero di copie il cui ricavato sia da destinare in beneficenza; tuttavia lo sponsor non si trova e la piccola “riserva speciale” delle duecentocinquanta copie alla fine effettivamente stampate, deve tutto alle ditte di Prato FITEA e Nuova VE-ME, adesso accorpate, di Caterina e Antonio Menichelli. Tutti i libriccini, intitolati “Riflessioni e poesie colorate d’amore” vengono quindi regalati ad amici e conoscenti.
Il volume è adesso presente anche presso la biblioteca di Quarrata. Alcune di queste composizioni sono anche state lette nel corso delle serate musicali guidate dal dottor Vangucci nella sua veste di presidente della Filarmonica Giuseppe Verdi, quando la famiglia interveniva per ascoltare la piccola Alexia allora al clarinetto.
Vorrei parlarti
L’estate è già passata
l’inverno si avvicina
e in quelle giornate corte e
grigie quando nella sera si
racchiude in me la tristezza,
nel mio pensiero ci sei sempre tu.
Mi riaffiora alla mente la tua voce
che è come l’onda del mare che
giunge alla riva per toccarla
poi ritorna indietro.
Vorrei colorare i miei sogni
di te e illuminare le notti coi
tuoi sorrisi, ma nell’impossibilità
mi abituerò a pensarti in eterno.