Filet a Quarrata, tra passato e presente, passando per la scuola

Filet a Quarrata, tra passato e presente, passando per la scuola

di Marco Bagnoli

giugno 2010

Che dire di Caterina de Medici, che pare ne possedesse quasi un migliaio, disegnati a rosoni floreali? E dei Principi De la Tour d’Auvergne et Lauraguais, che ne sfoggiavano su di grande letto, col mare agitato in tempesta e le sirene narcise e tutt’attorno cacce con l’elefante, di cervo e cinghiali, suonatori d’arpa, grifoni e castelli? E che dire allora delle nostre donne, delle nonne delle nostre nonne, che dal ricamo a Filet trasser fortuna? Quanto basta: siamo qui per questo.

La storia del ricamo a Filet è un po’ la storia del suo elemento base, la rete, vecchia come i pesci, gli uomini e il mare dove si svolgeva la partita – quindi vecchia come il cucco. Se ne ha una traccia certa in Francia e poi in Germania, alla fine del XVIII secolo. E la signora de’ Medici è capace che il passatempo l’abbia imparato dalla madre, contessa Madeleine de la tour d’Auvergne, la zona che ancor’oggi vede il vecchio merletto in gamba come un tempo. Poi si sa, alla Magia i fiorentini “con le palle” ci andavano per diletto in quanto riserva di caccia. E una nobildonna non se ne va in giro ad accoppar le bestie, piuttosto ricama. Cinghiali, magari. Ma non stiamo tanto a montarci la testa: si è ricamato e si ricama ancora, in Umbria, in Sardegna, in Sicilia: proprio in Sicilia ci si mettevano già dal trecento a fare il corredo per le belle figliole. A noi di Qua ci resta una tradizione che è ancora nelle nostre case, grazia anche ad una Contessa, che s’è inventata un mondo. E poi una scuola. Dove per imparare il trucco di quei nodi piccini bisogna andarci da grandi, sennò è un guaio.

La Scuola Media di Quarrata organizza un laboratorio per adulti sull’antica arte del Filet, la tecnica del ricamo così diffusa, un tempo, a Quarrata. Sta scritto nell’opuscolo informativo del laboratorio, nero su bianco. Non solo: il catalogo dell’offerta formativa per gli adulti della Provincia di Pistoia specifica che l’insegnamento si svolge sotto la guida di artigiane esperte. Insomma, par esser proprio una faccenda seria. Allora siamo andati a far due chiacchiere con la signora Rosita Testai, che a Quarrata è molto conosciuta.

Sissignori, da un paio d’anni a questa parte, la Scuola Media Statale Bonaccorso da Montemagno vanta il privilegio discreto di ospitare la sede e la segreteria del corso di Filet. Il materiale ve lo forniscono loro. Nelle sue aule, per una volta quiete – ma sarà poi vero? – s’incontrano signore contegnose e frizzanti quanto basta per trascorrere due ore imparando l’una dall’altra. Quasi come in famiglia, alla stessa maniera che le lavoranti della Contessa Spalletti passarono il ricamo alle altre, poi figlie, poi nonne. All’epoca si trattava di una grossa opportunità di stare al mondo, sapere un mestiere e magari – e siamo agli inizi del secolo – metter via qualcosa da parte per l’avvenire, grazie a quel primo esperimento di previdenza sociale voluto dalla Signora nobile di Lucciano. Oggi il ricamo a filet col modano a doppia asola lo si fa per passione, per stare bene assieme, che è sempre la prima cosa; per tener vivo un qualcosa di bello e importante che ci ha permesso di diventare quello che si è. Come una sorta di ringraziamento che s’intende rivolgere, ancora, dopo molto tempo, ad una persona che dei suoi soldi ha fatto qualcosa di buono. E a tutte quelle giovani donne che ci hanno voluto bene e resteranno per sempre nostre e solo nostre.

Per cui scusateci tanto, sembrano quasi dire la Franca e la Susanna, la Cristina e tutte le altre, scusateci se nelle nostre esposizioni e nelle varie mostre esponiamo soltanto modelli di prima, o copie fedeli di singoli capi storici: ma con tutto quello che c’è stato, come si può dimenticare?

Scrivi un commento

Per pubblicare un commento devi primaautenticarti.

Social Network

facebook

 
Help & FAQ

Se ti occorre aiuto consulta le "domande frequenti (FAQ)"
Frequently Asked Questions (FAQ) »

Contatti

Telefono: + 0573.700063
Fax: + 0573.718216
Email: redazione@noidiqua.it