di David Colzi
settembre 2008
Cominciamo dall’inizio: come è arrivato alla Banca di Vignole e quale è stata la sua gavetta?
In sintesi: mi sono diplomato come perito meccanico nel 1960 e non appena terminati gli esami di stato, sono stato chiamato per un colloquio al Nuovo Pignone di Firenze, dove mi hanno assunto e dove sono rimasto per quasi quarant’anni. La pratica fatta al Pignone, seguendo l’attività commerciale, mi è servita molto e mi ha permesso di girare il mondo: una volta terminata questa esperienza nel 1998, sono entrato a tutti gli effetti qui, alla Banca di Vignole dove già dal 1975 facevo parte del consiglio di amministrazione.
Quando è entrato alla BCC di Vignole, che situazione ha trovato? E come si è evoluta negli anni?
Come ti ho già detto, vi sono entrato per la prima volta nel lontano 1975, come consigliere: poi sono diventato presidente nel 1995 e dal 1998 sono stabilmente in sede. Quando sono arrivato la situazione era molto diversa da ora, perché la Banca era molto più piccola, con uno sportello solo; non a caso la chiamavano “la Banchina”. Quando sono stato eletto presidente nel ’95 la situazione era già molto cambiata e la nostra struttura si era già ampliata, merito soprattutto del precedente consiglio di amministrazione presieduto da Marcello “Cesare” Fabbri. Adesso abbiamo dieci sportelli operanti in quattro province, con sede in un trentina di comuni, quindi come avrai capito c’è voluto molto tempo ed impegno da parte di tutti per diventare quello che siamo oggi.
Quali investimenti effettuate per lo sviluppo del territorio?
La caratteristica principale di una banca di credito cooperativo è quella di operare totalmente nel territorio di competenza. la Banca di Vignole opera non solo per la crescita sostenibile del territorio, da un punto di vista economico e sociale, ma anche per la promozione della cultura in tutte le sue forme. Poi abbiamo come valore principale quello di investire una parte degli utili nel sociale, per questo abbiamo istituito borse di studio per studenti e stanziato fondi per acquistare libri e materiale didattico nelle scuole della nostra zona.
Abbiamo saputo della vostra collaborazione con l’Aero Club “Il Pinguino”: ce ne vuol parlare?
Volentieri, anche perché questa è nel concreto un’altra di quelle iniziative per il sociale di cui parlavamo prima. Qualche anno fa, su richiesta dell’Associazione Sportiva – Volo Libero “Il Pinguino”, abbiamo contribuito economicamente ad attrezzare un aereo ultraleggero per permettere ai portatori di handicap di volare in modo da non sentirsi diversi da chiunque altro volesse intraprendere questo sport. So che la cosa è stata riconosciuta come novità a livello provinciale e questo ci rende ancora più orgogliosi.
Ci parli un po’ delle vostre manifestazioni per il Settembre Quarratino…
Il tutto è cominciato sette/otto anni fa: inizialmente erano due giornate di festa solo per i soci della Banca e per le loro famiglie, ma fu talmente un successo che decidemmo di ampliare il numero di giorni e di aprire queste iniziative anche alla cittadinanza. Questa serie di eventi comprendono concerti di musica classica e moderna, spettacoli di danza e teatrali, ma anche manifestazioni sportive; infatti quest’anno abbiamo promosso un torneo di volley femminile. Queste giornate conosciute, soprattutto per gli spazi dedicati all’intrattenimento dei più piccoli, prendono il nome di Spazio Melograno- Il Settembre Quarratino sotto la tensostruttura della Banca di Vignole.
Parliamo un po di lei: oltre che nella banca so che ha messo molto impegno anche nella politica…
E’ vero, anche se oramai sono passati diversi anni da quando mi occupavo di politica. Sono stato consigliere comunale a Quarrata per circa una ventina di anni dal 1972 al 1989 con la Democrazia Cristiana; poi sono stato anche nel consiglio provinciale, sempre con lo stesso partito. Il mio abbandono della politica è coinciso con l’entrata nel consiglio dirigenziale della Banca di Vignole e con la triste consapevolezza che il mondo della politica in qualche modo era cambiato e non c’era più quel rispetto e quella correttezza tra politici e partiti, che a suo tempo mi avevano fatto innamorare di quel mondo.
Questa pubblicazione si occupa di Quarrata, quindi vorrei sapere cosa significa questa città per lei?
Io sono nato a Tizzana, quando ancora il comune si chiamava così e non Quarrata. Sinceramente non riuscirei a vivere lontano da questa cittadina, anche se mi venisse offerta la possibilità di trasferirmi. Data la mia età, posso dire di averla vista trasformarsi da paese agricolo a polo industriale del mobile e so che può fare ancora molto per migliorarsi e per offrire di più, soprattutto ai giovani! Poi questa città è rimasta negli anni un posto dove si può vivere ancora bene, in tranquillità e visto i tempi che corrono non è poco. Infine è universalmente riconosciuta la laboriosità dei quarratini, sempre pronti a rimboccarsi le maniche, ed anche questo credo che sia un vanto non da poco. Io sono profondamente quarratino e credo che tutti dovrebbero riscoprire l’orgoglio di essere di qua! (sorride)