di Marco Bagnoli
dicembre 2017
La scuderia automobilistica Granducato Motorsport nasce nel 1997, su iniziativa di quattro amici appassionati di auto e di corse. Negli anni, per l’insorgere dei diversi impegni della vita, dei quattro rimarrà soltanto Maurizio Giuntini, tutt’ora alla guida della società. Maurizio è stato pilota di gare di slalom in salita, disciplina attualmente più diffusa nel sud d’Italia, e poi di gare in salita e rally – ma da cinque anni a questa parte anche lui si è dato una calmata!
Dal 2005 è il figlio Iacopo che si è inserito nell’organico nel ruolo di segretario, tanto per mantenere tutto in famiglia. La Granducato Motorsport è una ASD, una società sportiva dilettantistica senza scopo di lucro – e a questo proposito Iacopo ci confida che il più delle volte si va quasi in rimessa. I soci a tutt’oggi sono venti; venti amici che si ritrovano ogni martedì per commentare i risultati delle competizioni, se ce ne sono state, oppure per fare il punto della situazione e programmare le gare successive; e poi, soprattutto, ci si ritrova per fare gruppo e rinsaldare quel legame che tiene la strada da tutti questi anni. L’età media dei soci oscilla dalla ventina fino ai settanta del socio senior – tenendo presente che ci sono dei piloti anche di settantacinque anni, che te li ritrovi gareggiare sulle piste in salita. Per la maggior parte sono di Prato e Firenze. Ogni socio dispone di una propria vettura e di un preparatore tecnico di fiducia, anche se in teoria chiunque può tranquillamente noleggiare l’auto messa a disposizione dalla scuderia, che si occupa anche del trasporto e di tutte le formalità burocratiche concernenti le gare. La Granducato Motorsport dispone infatti di un camion e di un furgone attrezzato con carrello, per accompagnare nel migliore dei modi i piloti che porta in pista.
Anche il nostro Iacopo, inutile dirlo, corre in auto, dal 2005 ormai, anche se ovviamente ha sempre seguito le avventure del padre; da ragazzino l’impegno principale è stato quello del pallone, come molti della sua età, e questo è un po’ un rammarico, perché a pensarci oggi, avrebbe cominciato prima a correre. La stagione motoristica termina a ottobre-novembre; nell’attesa di una nuova primavera di gare si pianificano le competizioni cui si vuole partecipare e ci si allena nel circuito di riferimento, quello del Magione, vicino Perugia, perché il Mugello è troppo caro. Certo, l’ideale sarebbe quello di potersi iscrivere a tutte le gare, per vedere di razzolare qualche vittoria o qualche buon piazzamento, ma la fatica è tanta e correre costa. Quella delle auto è una passione particolare, ci dice Iacopo; è diversa dal calcio, chi non ce l’ha non la può capire. In famiglia si rischia di essere sopportati più che supportati. Tanto per cominciare è una fatica: ti devi alzare presto, caricare, guidare, scaricare e predisporre tutto quanto nel migliore dei modi; poi c’è la gara, gli eventuali festeggiamenti e di nuovo a caricare, rincasare e scaricare di nuovo. Ma è una passione e non c’è niente da fare.
Poi magari succede che correndo si faccia proprio come Iacopo, che nel 2016 ha vinto il campionato in pista Group A cilindrata 1600. Allora metti la tua coppa negli scaffali ormai ingombri assieme alle altre coppe e di fronte a tutto quel luccichio, ti ritrovi che pure gli occhi ti brillano. E forse tutto quel grasso di macchina e olio del motore non ti ha sporcato poi invano.