di Marco Bagnoli
dicembre 2011
È un caldo pomeriggio di fine ottobre, così decidiamo di fare due chiacchiere con Claudia e Franco, due degli animatori del Gruppo Giovani Vignole. Ci incontriamo davanti la chiesa, nei locali che la parrocchia mette a disposizione della comunità; ci sono molte stanze, dico io, avete un sacco di spazio; sì ma dovresti vedere il Sabato, mi risponde Franco, quando ci sono più di duecento ragazzi. La storia comincia intorno al 1989, all’epoca dei primi campi scuola organizzati dalla parrocchia per i ragazzi del post-Cresima: Claudia e Franco erano adolescenti ed è facile immaginarseli completamente rapiti da quelle piccole grandi avventure. Eppure non si parla che di una quindicina di ragazzi, sotto lo sguardo vigile di tre animatori comunque giovanissimi, niente in confronto ai 35 che ci sono oggi. All’epoca c’era ancora don Marino Marini, che iniziò promuovendo l’attività estiva, prima di lasciare il posto a don Patrizio Fabbri, l’attuale proposto, che al momento del suo arrivo, nel ’97, aveva solo 39 anni – e quindi pure lui è cresciuto col Gruppo giovani, dico io; senza dubbio, risponde Claudia. E’ uno degli aspetti più gratificanti e continuamente sorprendenti dell’appartenenza ad una comunità, per quanto piccola, come quella di Vignole – anzi, forse proprio perché piccola: lo spettacolo che va in scena ogni giorno, anno dopo anno e che permette a ciascuno d’interpretare tutte le parti, prima come figlio, alunno, poi giovane e infine genitore, nell’incancellabile percezione di avere ogni momento l’opportunità d’imparare, anche quando siamo noi ad occuparci degli altri. L’idea di fondo del Gruppo Giovani è quella di continuare a seguire i ragazzi che hanno cominciato da bambini prima con il catechismo, poi con i vari percorsi per arrivare alla Prima Comunione e alla Cresima, proponendogli quei valori e quei punti di riferimento che possano consentire una scelta consapevole nel bivio quotidiano della vita – sia in quella di adolescenti, così esposti alle correnti della nostra epoca e a maggior ragione in quella di adulti, quando saranno chiamati ad essere, se non dei veri e propri educatori, quantomeno dei possibili esempi.
Il Gruppo Giovani si ritrova per una cena tutte le settimane, per sperimentare l’antica astuzia dello stare assieme – ed è tutti quanti assieme che subito dopo può svilupparsi una discussione, un momento di riflessione collettiva, magari l’ideazione del prossimo progetto comune. Può trattarsi di una semplice raccolta fondi, come quella che ha permesso ad un gruppo di ragazzi di coprire parte delle spese necessarie alla loro partecipazione, quest’estate, alla GMG – la Giornata mondiale della gioventù che il Papa ha organizzato in Spagna. Oppure delle ormai classiche due settimane di luglio, quelle di “Paese aperto”, qua al Parco verde, durante le quali i ragazzi si sono presi la più grande delle responsabilità, quella della pizzeria e dei vari turni ai tavoli, come al solito in compagnia delle altre realtà associative della zona, come la Rete Radié Resch, il Pozzo di Giacobbe, l’Associazione sportiva Olmi.
Le occasioni di collaborazione si sono poi moltiplicate da quando il Gruppo Giovani ha aderito al Progetto Kaleidoscopio promosso dal Comune di Quarrata, che finanzia progetti condivisi, sia sul territorio che in giro per l’Italia: il Gruppo, la Filarmonica Giuseppe Verdi, il Gruppo scout, la Cooperativa sociale Gemma e la parrocchia di Quarrata hanno così potuto stipare il proprio bagaglio umano grazie all’incontro con alcune delle più significative realtà “concretamente spirituali”, come il Gruppo Abele o la Comunità di Sant’Egidio, o con singoli, strenui lavoratori del grande cantiere della vita come sono padre Alex Zanotelli o don Ciotti. Tanti anni fa un nostro amico sacerdote ci lanciò uno slogan, mi raccontano: “diventa quel sogno che Dio ha su di te…”; è così che si cammina.