di Daniela Gori
marzo 2016
Il gruppo collinare del Montalbano è un insieme di alture molto apprezzate dagli appassionati di trekking e dai camminatori nei percorsi nel verde. Il poeta e scrittore Renato Fucini, che da ragazzino andò ad abitare in quella zona, perché il padre era medico condotto, così lo descrisse da “escursionista”: «Percorrendo il crine di quel monte che staccandosi dall’Appennino a Serravalle va a perdersi con dolci declivi nelle strette gole della Gonfolina, presso Signa, l’alpinista discreto che non aspiri alle pericolose glorie del camoscio può incontrare i più stupendi quadri, dei quali l’amica natura ha fatto tanto ricca o malinconica la poesia dei nostri facili colli toscani. La prima volta che giunsi lassù quasi mi si abbagliarono gli occhi, e per qualche minuto, incantato dal meraviglioso spettacolo che mi stava dinanzi, non seppi far altro che guardare attonito in giro senza distinguere nulla di definitivo nel largo e verde orizzonte».
Il Montalbano è un’area collinare che si stacca dall’Appennino a Serravalle Pistoiese, delimitata a nord est dal torrente Stella, ad est dal Fiume Ombrone, dove lo Stella confluisce, a sud dall’Arno e ad ovest dalla piana di Fucecchio. Qui si estendeva il Barco Reale, una vasta area venatoria istituita dalla famiglia dei Medici e circondata da un lungo muro che delimitava la parte della fauna selvatica e la distingueva da quella dove ci sono i filari di vite e ulivo. Un territorio ricco di storia, che ha lasciato le sue tracce nei piccoli centri abitati e nelle case coloniche delle fattorie.
Sul Montalbano ci sono molti percorsi e itinerari da percorrere a piedi, individuati dal Cai (Club alpino italiano) oppure ideati e proposti da altre associazioni di camminatori o dai Comuni stessi. Tuttavia l’area sul versante quarratino è quella meno curata dal punto di vista del sistema sentieristico. Se si pensa a quanto le eccellenze storiche e naturalistiche stiano diventando fulcro degli investimenti sui territori di tutta Italia, perché da un lato questo è un modo per salvaguardare il patrimonio culturale e dall’altro rappresenta un incentivo alla ripresa economica, occorrerebbe dedicare un po’ di attenzione in più a questa ricchezza ancora abbastanza incontaminata e sviluppare in modo più capillare i percorsi, magari ricorrendo a sinergie con le scuole e con i progetti di scambi culturali con l’estero.