di Marco Bagnoli
“I soliti in volo” sono un gruppo di amici come tanti, che si ritrovano per stare in compagnia e rilassarsi dalla frenesia di tutti i giorni: i pensieri negativi se ne vanno via e tutto sembra farsi più leggero, potrebbero toccare il cielo con un dito. Allora ci voglio andare pure io! direte voi. Paolo, Giovanni e Alessio ci hanno spiegato come fare.
Questa storia comincia all’incirca un sette-otto anni fa: l’Aero club di Firenze Peretola organizzava dei corsi di volo …calmi! corsi di teoria del volo, perché senza una regola non volano neanche gli schiaffi. L’associazione permetteva ai suoi scritti di venire in contatto con i fondamenti tecnici del volo, con le leggi dell’aerodinamica e con un’applicazione concreta di questi principi davanti al quadro di comando – un quadro di comando vero in tutto e per tutto, però simulato. Il simulatore di volo non è semplicemente una specie di grosso videogioco, ma è uno strumento essenziale per riuscire ad acquisire quella familiarità al volo a noi umani teoricamente preclusa. Il simulatore è impiegato nella formazione di coloro che aspirano al conseguimento del brevetto di volo, sia per portare un ultraleggero che un megabolide di linea; consente inoltre di poter macinare quelle ore di volo minime necessarie al mantenimento del brevetto, a maggior ragione per un pilota professionista. I nostri amici erano dei semplici patiti degli aeroplani e il solo fatto di poter soddisfare la loro curiosità all’interno di un vero aeroporto era già una grandissima soddisfazione.
Col passare del tempo, sono state proprio le crescenti limitazioni all’accesso in aeroporto a spingere i nostri amici al cambiamento: è il 2010 quando trovano finalmente una sede nella quale riunirsi, in un locale del circolo parrocchiale di Santonuovo. A questo punto comincia l’impegno di tutti nell’allestimento della strumentazione, in buona sostanza un computer e un set di accessori per ricreare la cloche e la pedaliera di bordo – il fatto che alcuni di loro lavorino proprio nel campo dell’informatica è stato un grosso vantaggio. Il programma usato in questo caso è un pacchetto comunemente reperibile, ulteriormente perfezionato nel realismo delle ambientazioni grafiche grazie ad una serie di opzioni custom – un po’ come si fa con il paesaggio nel micro-mondo del modellismo ferroviario. Ma in pratica, come funziona? Il “pilota” che si siede ai comandi di un simulatore non è un semplice “giocatore”, che salta su e decolla a tutta birra; le procedure, il coinvolgimento e soprattutto le conoscenze necessarie al decollo sono esattamente le stesse della realtà. È un tipo di divertimento che richiede una preparazione e ricambia, di conseguenza, con un grado di soddisfazione più intenso e consapevole. È per questo che il mondo del volo simulato – connesso in rete su scala internazionale, inutile dirlo – prevede la partecipazione non solo di altri velivoli, ma anche delle torri di controllo, anch’esse simulate col medesimo scrupolo. Sia che si voli a vista a bordo di un Cessna 172 in una bellissima giornata di sole, sia che si sollevino le tonnellate di un Boeing 747 nella notte agitata da forti venti di coda, il mondo virtuale simulato attorno a noi è sempre popolato dagli appassionati delle alte quote; amici come Alessandro, Saverio, Lorenzo, Moreno, Marco, Luca e Andrea.
“I soliti in volo” si sono fatti vedere in giro in diverse occasione, col loro stand del simulatore, principalmente nell’ambito di iniziative e feste del settore, ma non solo: la gente s’incuriosisce e si fa avanti. Magari proprio perché è un esperienza godibile dai nove ai novant’anni e perché la fantasia, se non proprio il gusto per l’avventura, appartiene a tutti noi.