di David Colzi
settembre 2023
Il Consorzio a Santonuovo ha raggiunto quest’anno i trent’anni di attività e al timone c’è sempre Mauro Breschi, aiutato dalla moglie Donatella e, nel tempo, anche dai figli Marco e Silvia. Noi siamo andati a trovare Mauro e abbiamo scoperto un po’ di “Green news”.
Tu inizi la carriera come venditore di mobili, ma poi ti sei messo in proprio, aprendo un negozio di agraria: come si passa dalla cravatta all’orto?
«Lavorare a stretto contatto con la natura è sempre stato il sogno mio e di mia moglie, per questo decidemmo di aprire un punto vendita a disposizione di chi si dedicava all’orto e al giardinaggio, anche a livello hobbistico, vendendo piante e prodotti per curarle. Fin da subito abbiamo deciso di non servire aziende di grosse dimensioni, perché abbiamo preferito il rapporto diretto».
Nel sentire comune, l’orto è una passione da gente di una certa età, tipo pensionati.
«Prima sì, ma attualmente il 70% dei nostri clienti è sotto i cinquant’anni: si tratta di persone che scelgono di coltivare un angolo del proprio giardino, o in alternativa di mettere in terrazzo qualche piantina in vaso».
… E’ la cosiddetta “corsa all’orto”, resa famosa dalla first lady, Michelle Obama.
«Vero. Io credo che la gente lo faccia, sia per mangiare sano, sia per ristabilire un feeling con la natura. In questo internet aiuta molto, fornendo spunti e riflessioni interessanti sul mondo “green”, sebbene talvolta le informazioni risultino imprecise e ci si rivolga a noi per una consulenza approfondita su cosa piantare e dove, e quali sono i prodotti da usare per il mantenimento».
Anche in questo caso, tutto bio?
«Sì. Oggi la gente è attentissima all’uso di fertilizzanti e prodotti per la difesa delle piante al 100% naturali. Però, bisogna sempre chiedere prima di comprare, perché non è tutt’oro…»
In effetti fra parassiti “alieni” e cambiamenti climatici, tutto si è complicato.
«Per fortuna io posso contare sui miei figli Silvia e Marco, che hanno fatto studi adeguati e sanno consigliare anche da un punto di vista scientifico. Pensa che c’è chi si presenta da noi con una foglia e ci chiede di capire se si tratta di muffa o parassiti e naturalmente come curare la pianta. Vedi? In questo mestiere bisogna essere anche un po’ Sherlock Holmes… (sorride) Comunque, battute a parte, si consiglia sempre la prevenzione, piuttosto che dover correre ai ripari».
Tutto questo “green” non sarà una moda?
«Non credo, perché la maggioranza che inizia a coltivare il proprio orticello, poi si appassiona e, magari, dopo le coltivazioni primaverili, si interessa a quelle invernali, continuando di anno in anno. Addirittura c’è anche chi va oltre e compra una o due galline per avere le uova fresche».
E voi le vendete?
«Certo, per quanto riguarda l’avicoltura e più in generale i piccoli animali da cortile, siamo attrezzati a 360°, dai mangimi ai pollai già montati. Ti stupiresti di quante persone si avvicinano a questo mondo; qualcuno ci richiede persino i capponi in vista del Natale!».
Quindi è un universo tutto da scoprire.
«Ed in continua espansione! Basti pensare che oggi sono tante le aziende che si occupano di rifornire negozi come il nostro per la vendita al dettaglio; qualche decennio fa era molto più difficile trovarle. D’altronde il mercato si adegua alla richiesta».
Chi sono i vostri insospettabili clienti?
«Da noi arriva di tutto: dal professionista ben vestito, all’operaio, fino allo studente universitario. E’ una passione che coinvolge indistintamente sia uomini che donne».
Sono anche persone attente al riuso?
«Certo. Ad esempio c’è chi mi porta un vecchio attrezzo di famiglia arrugginito, tipo la zappa del nonno, chiedendomi di rimetterla a nuovo, perché ha anche un valore affettivo. A quel punto vado nel retrobottega, dove ho un laboratorio attrezzato e gliela sistemo. Poi c’è chi vuol riparare il tosaerba o il decespugliatore, e in quel caso mi affido a meccanici di fiducia, che prima di tutto mi dicono se conviene o meno riparare l’oggetto in questione».
Arrivati a 30 anni di attività avrete servito almeno un paio di generazioni, giusto?
«Sì, però più che di padre in figlio, l’amore per la terra l’abbiamo visto tramandarsi da nonno a nipote e questo fa capire che molti credono che il futuro debba in qualche modo coincidere con un ritorno al passato, cioè ai valori sani di una volta, tipo quelli della natura».