Il presepe di Santallemura

Il presepe di Santallemura

di Marco Bagnoli

dicembre 2009 

Quello di dicembre è un mese bello caldo, per la gente di Santallemura. Un mese di frenetici preparativi, di attesa e dedizione. Si corre sul filo delle buone intenzioni senz’abbassare lo sguardo alle incertezze che ribollono sotto. NoidiQua vi raccontiamo perché.

Abbiamo incontrato i coniugi Meoni, che del presepe vivente sono praticamente gli ideatori. La signora Franca subito puntualizza, <<è successo quasi per caso, un’iniziativa delle tante per vedere di coinvolgere i ragazzi della parrocchia>>. Sembra incredibile che siano passati quasi quindici anni. In fondo non era che una piccola rassegna di “mestieri” disposti alla meglio sul sagrato della chiesa: c’era il fornaio, un piccolo orticello, il laghetto. La gente era rimasta così sorpresa e meravigliata da rendere praticamente obbligatorio un secondo allestimento, l’anno successivo. È a questo punto che lo “spettacolino” dei più piccoli prende fiducia e si presenta come un presepe vero e proprio. Bisogna così chiamare altre persone e le più indicate sono quelle che già si adoperano in altre attività di volontariato. Di sicuro ne valeva la pena. La gente partecipa volentieri, sia come pubblico che come compagnia in costume. Il signor Marino era “solamente” il responsabile amministrativo della parrocchia, uno dei tanti che in altre realtà del territorio mette a disposizione il proprio tempo e la propria buona volontà per fare quello che si può. E così ha trovato anche il modo di appassionarsi a questa nuova sfida. La soddisfazione di avere degli spettatori d’importazione dai comuni vicini serve a ripagare tutta la fatica che sta dietro.

Una trentina di persone, nei fine settimana del mese di dicembre si occupa di buona parte del lavoro; a loro spetta la preparazione dell’area antistante la chiesa, la costruzione del villaggio sotto la guida esperta di Dino Materazzi, a questo punto promosso scenografo sul campo: vengono realizzate le capanne dei vari mestieri, la mangiatoia, la stalla e gli spazi per gli animali. La parrocchia, che custodisce un parco costumi di tutto rispetto, distribuisce le parti e gli accessori alle comparse e ai personaggi, che dovranno poi premurarsi di riconsegnarli puliti. In un presepe vivente il bambino è un bambino vero, tanto più se sta in braccio ai suoi veri genitori. Così il ruolo di Maria è toccato di anno in anno ad una giovane mamma sempre diversa, magari convocata per l’occasione da una parrocchia vicina. Selezionarne una non è poi così difficile, visto che Quarrata è risultata essere uno dei comuni italiani dalla più elevata natalità; bisogna vedere se questa poi accetta, tenendo conto, oltre i vari impegni, del set all’aperto che inevitabilmente si rende necessario. Anche se negli anni la macchina organizzativa ha ben rodato il movimento, i miglioramenti e gli accorgimenti non finiscono mai. La signora Franca ci ha raccontato della volta che i pastorelli e gli angelini facevano merenda “fuori tema” con i bomboloni caldi della parrocchia e di come si sono poi ingegnati, l’anno seguente, nel sistemare nel villaggio un centro ristoro in costume che servisse biscotti “di foggia antica” e tè caldo servito in tazze di terracotta. Oltre che pensare ai contatti col vivaista che porta le piante o col pastore “vero” che noleggia le pecore e i cavalli, ci sono poi una serie di altre incombenze cresciute nel tempo, prime tra tutte la garanzia di sicurezza per uomini e animali. E queste sono piccole spese, in confronto a quelle che una parrocchia, come tante altre, deve sobbarcarsi, magari per lavori di restauro o di manutenzione. È per questo che ci sono i volontari, sapete? Gente che lavora nel tempo libero magari mettendo mano al portafogli.

<<Noi seminiamo,>> dice ancora la signora Franca: <<il nostro è uno spettacolo natalizio, un invito rivolto a tutti, alla gente, alle autorità. Si cerca di stare insieme e allo stesso tempo di trasmettere, di condividere quell’emozione intima che ci fa fare tutto quanto. Poi magari la maggior parte della gente non vuole saperne di messaggi profondi, di tradizione, di un punto di vista differente, però intanto noi lo si continua a lanciare.>> Il signor Marino scorre le foto delle ultime edizioni tutto compiaciuto. C’è in fondo un’aria di famiglia che ripaga tutto. Vi aspettano il 3 gennaio prossimo, intorno alle quattordici negli spazi adiacenti la chiesa di Santallemura,  assieme ai magi a cavallo e alla magnifica giornata che gli auguriamo di ricevere. Loro saranno lì fin dal mattino.

 

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