di Daniela Gori. Foto: Gabriele Bellini
dicembre 2019
“Il vino di San Jacopo. Facce e luoghi del vino pistoiese” (ed. Settegiorni), è il libro che Andrea Turi, Simone Bartoli – sommelier e ristoratore di Pistoia- e Lorenzo Baroncelli – fotografo di moda a Milano, ma originario della Ferruccia, hanno scritto.
«L’idea di scrivere un libro sul vino mi è venuta nel 2016 dopo un’intervista con Guido Betti delle “Cantine Betti” di Quarrata» racconta Andrea che è laureato in comunicazione politica ed ha al suo attivo pubblicazioni su argomenti di politica internazionale. «Parlando con Betti, tra le altre cose su cui eravamo d’accordo, c’era anche l’idea che nel pistoiese non mancano produttori con la voglia di darsi da fare, di emergere, ma che purtroppo è scarsa la conoscenza di questi caparbi imprenditori di aziende vinicole». Sempre in quella chiacchierata con i titolari delle “Cantine Betti” «si è parlato dell’augurio che Quarrata potesse rinascere dalle ceneri della città del mobile per divenire città del vino, visto che vini buoni da noi ce ne sono, anche se la zona non è conosciuta per questo prodotto, ma piuttosto per il comparto del mobile. In fondo le potenzialità ci sono tutte, se si considera che le cantine quarratine sono molte, tra queste anche Cantine Bonacchi, realtà da 3 milioni di bottiglie annue, oltre a eccellenze nel mondo del vin santo come è quello di Tacinaia».
Per circa due anni Andrea e Simone, amici dai tempi della scuola, si sono dedicati a un lavoro di ricerca, che a poco a poco, li ha portati anche fuori dai confini del territorio strettamente quarratino, allargando il loro raggio su tutta la provincia di Pistoia. Adesso “Il vino di San Jacopo. Facce e luoghi del vino pistoiese” è nelle librerie ed è già stato presentato ufficialmente nell’enoteca di Simone, “Il frantoio” di via Valdibrana, con un evento a cui hanno partecipato molti dei produttori, “tenuto a battesimo” dal professore dell’Università Cesare Alfieri di Firenze, Andrea Pannocchia.
Non si tratta della tradizionale guida enologica, ma di un genere insolito, dove gli incontri con i produttori e le persone si intrecciano con la storia locale. Più di quaranta vini prodotti nella provincia di Pistoia, dal protagonista Montalbano, alla Valdinievole e a Montale, che diventano un pretesto per scoprire l’identità del territorio attraverso le sue tante storie fatte di tradizioni e ricerca. Aneddoti, citazioni, descrizioni, tutto concorre a dare un tocco narrativo a questa specie di catalogazione, divertente per il lettore perché ricca di ricordi anche personali e di belle foto in bianco e nero. «Per me ogni visita a una cantina è stata l’occasione per indagare ogni aspetto della sua realtà» ha ammesso il fotografo aglianese Baroncelli «ho cercato di catturare le storie che stanno dietro ogni azienda e ad ogni produttore». Nella scoperta di circa una quarantina di cantine (la maggior parte di Quarrata), senza giudizi sul vino, ma solo descrizioni tecniche, il sommelier Simone non ha soltanto dato il suo contributo per quanto riguarda le degustazioni, ma, visto che è anche maître, ha completato suggerendo abbinamenti di piatti che fossero il più possibile aderenti alla tradizione toscana.