Tratto dal quotidiano La Nazione a firma di Giancarlo Zampini
giugno 2011
Sempre più facile notare nei campi del territorio della piana quarratina il posizionamento di impianti fotovoltaici, numerosi pannelli che producono energia sfruttando la luce solare. Un vero business da un paio di anni, considerato che è facile ottenere finanziamenti bancari per la realizzazione dell’impianto e si gode di incentivi statali attraverso la rivendita dell’energia prodotta all’Enel. Quello che fa discutere, si vede benissimo ad occhio nudo, è l’impatto ambientale prodotto dagli impianti a terra, in pieno campo, diverso da quelli posizionati sui tetti delle abitazioni o strutture industriali.
Di recente la Giunta regionale attraverso una delibera ha stilato un primo elenco delle zone dove sarà vietata l’installazione di impianti fotovoltaici a terra ponendo un limite alla diffusione in area agricola di impianti fotovoltaici di grandi dimensioni (cioè superiori ai 200 kw) favorendo quelli di piccola (da 5 kw a 20 kw) e media dimensione (da 20 kw a 200 kw), e privilegiando la funzione di integrazione del reddito agricolo. Riguardo Quarrata, il comune si è dotato di un proprio regolamento che si trova all’interno di quello edilizio, afferma l’assessore Luca Gaggioli, ed aggiunge: <<Sono salvaguardate tutte le zone collinari e di interesse ambientale, si tratta comunque di una materia nuova che andrà ulteriormente affinata>>. Ci risulta, dove i pannelli si possono posizionare, che la distanza minima di rispetto dalle abitazioni deve essere di 50 metri, questo ci sembra davvero poco. Insomma, se le cose stanno così, si tutela molto il paesaggio di tutti, molto meno quello del singolo cittadino.
Crediamo non sia piacevole aprire la finestra ed invece di un prato o campo di mais trovarsi di fronte centinaia di pannelli fotovoltaici: è Toscana in collina e Toscana in pianura. Chiara la posizione della Coldiretti, afferma il direttore Francesco Sossi: <<Siamo favorevoli al fotovoltaico, in particolare per quanto riguarda gli impianti posizionati sopra le strutture agricole e i capannoni, alcuni dei quali coperti ancora da Eternit: per molti operatori del settore può essere una buona occasione per produrre energia e sanare il tetto. E’ certo che devono sempre essere scelte che portano benefici all’azienda, preoccupa quando l’obiettivo prende strade diverse>>. Concludendo, afferma nella sua newsletter l’assessore regionale al governo del territorio, Anna Marson: <<Il problema delle Fer è che la loro straordinaria incentivazione, soprattutto per produzioni industriali, spinge grandi interessi finanziari a ottenere la disponibilità di grandi estensioni di terreno, generalmente agricolo in quanto più prontamente e a minor costo utilizzabile>>.