La torre di Sant’Alluccio

La torre di Sant’Alluccio

di Daniela Gori

giugno 2019

 

Per evadere dalle angustie di una vita troppo frenetica e dai rapporti sociali a volte soffocanti; per riscoprire anche per solo mezza giornata il fascino silenzioso di luoghi immersi nella vegetazione incolta e un po’ misteriosa, il nostro Montalbano offre itinerari preziosi da percorrere a piedi.

Ancora una proposta per la nostra rubrica “sui sentieri del Montalbano e dintorni“. Dopo aver parlato della Fonte del Sasso Regino, della Valle Buia, delle Fonti del Romito, della Bettina e di San Busceto, proseguiamo in questo nuovo appuntamento con un nuovo suggerimento: la passeggiata fino alla torre di Sant’Alluccio. 

Si tratta sempre di un sentiero da percorrere a piedi nelle zone non lontane dalla città, sul sistema collinare del Montalbano che ci riguarda e che presenta meraviglie della natura poco conosciute. La partenza per l’escursione è sempre volta alla località detta “Maestrino”, dove si può parcheggiare e da lì proseguire a piedi. Si inizia a inerpicarsi sulla strada sterrata Buriano – Le Croci. A poco a poco la salita si fa un po’ più ripida ed il paesaggio più boscoso fino a quando non si abbandona il percorso principale per inoltrarsi nel piccolo e tortuoso sentiero che porta alla Fonte del Sasso Regino, attraverso un ambiente ancora incontaminato e selvatico. Serve circa mezz’ora di cammino, prima che appaia la staccionata in legno, che serve da protezione e da appoggio per scendere tramite il piccolo e ripido sentiero alla fonte. Qui, come abbiamo già descritto su Noidiqua (numero di giugno 2018), l’acqua della fonte sgorga limpidissima dalla roccia e si disperde prima in un piccolo incavo e fra i sassi e poi in un ruscello che scende nel bosco sottostante. Oltrepassando questo luogo magico, protagonista di varie leggende locali, si prosegue il cammino e dopo circa un’altra mezz’ora si raggiunge la mèta della nostra escursione: la torre di Sant’Alluccio

La torre, una costruzione ormai in abbandono e disfacimento, ci appare subito al limite del grande prato in cima al poggio. Qui si trovano anche le antiche strade per Pietra Marina e Carmignano da una parte e per Vinci dall’altra. Pare che la torre risalga a prima dell’anno Mille, forse edificata da un monaco francese, e che servisse come riparo e “spedale” per viandanti e pellegrini. In seguito venne abitata per un certo periodo da contadini. Adesso lo stato di abbandono contribuisce a darle un fascino tutto particolare. Nei pressi della torre c’è anche uno spazio coperto da una tettoia con dei tavoli, per gli escursionisti che desiderano riposarsi e rifocillarsi.

Si consiglia sempre di intraprendere gli itinerari muniti di una carta dei sentieri, oppure accompagnati da una guida esperta, e comunque mai da soli.

Per le informazioni e le foto, si ringrazia Legambiente Quarrata

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