di Daniela Gori
dicembre 2015
Dopo sei mesi intensi, in cui non passava giorno che non se ne sentisse parlare, la grande kermesse dell’Expo ha ormai chiuso i battenti. Si è conclusa anche la parentesi del Fuori Expo, che per la Regione Toscana si trovava nei Chiostri dell’Umanitaria. Un luogo particolare, in via Daverio 7, vicino al Duomo di Milano, con un padiglione elegante e un ampio giardino dove ogni settimana si sono avvicendati espositori di varie zone della nostra regione. Qui la città di Quarrata ha offerto per una settimana un assaggio delle sue risorse, con l’“Amazing Tuscan Experience”, ma ha lasciato poi a disposizione per tutti i mesi in cui si è svolta la manifestazione il bancone da cucina che è servito per le dimostrazioni culinarie di vari cuochi.
Così alla fine dell’Expo, si sono spenti i riflettori anche sull’ultimo frammento rimasto a rappresentare l’orgoglio di Quarrata, che smontato pezzo per pezzo, è stato riportato nella sua terra natìa. Con i suoi fornelli, piani d’appoggio, acquaio e stipetti vari, il bancone era rimasto là, attore su un palcoscenico che lo ha visto indiscusso coprotagonista con i migliori chef toscani. Di volta in volta si è prestato a favore di telecamera per i più spettacolari showcooking, omaggiando le eccellenze culinarie di tutta la regione, onorando spadellate e impiattamenti, volgendo i suoi profili migliori al pubblico con wok, shaker, set da patisserie, ma senza mai perdere il suo aplomb di toscano verace. A partire dai materiali: massello di rovere, marmo di Carrara, e ulivo delle nostre colline, con cui è stato tornito a mano il prezioso acquaio.
Progettato dal design studio Ciampoli e Marseglia, e realizzato dalla ditta quarratina “Il laboratorio” di Aldo Icolari e C., il bancone è stato al centro dell’attenzione in tanti eventi, occasioni di divertimento e di ristoro. «La maggior parte dei cuochi che ci hanno lavorato, hanno fatto i complimenti per la qualità e l’efficienza» racconta Alessia Icolari «per noi l’orgoglio più grande è stato vedere che dopo questi mesi di uso intensivo, quando durante le performance culinarie nessuno ha tempo per curarsi di fornelli e ripiani, è rimasto bello, intatto e perfetto». Del resto non poteva essere diversamente, quando alla sperimentazione si unisce l’alto artigianato di chi da sempre si dedica al restauro e alla realizzazione di idee in legno. Così lo studio del progetto si evolve praticando contaminazioni tra moderno e tradizione, per esempio mescolando verniciature di nuova generazione, legnami di altissima qualità con tecniche antiche come incastri a coda di rondine nei cassetti, ferratura delle ante con il bilico, lucidatura a spirito.