L’Agresti mai detto?

L’Agresti mai detto?

di Massimo Cappelli

settembre 2017

Ph: Foto Olympia

Questa è la storia, di uno di noi, anche lui nato per caso… (se per caso o no, questo non lo so) in via Corbellicce… a Valenzatico. Visto che in marzo abbiamo riproposto la tennista Astrid Besser, personaggio di spicco nel numero zero di NoiDiQua, oggi vi voglio parlare del personaggio copertina del numero uno del 2008: la “iena” Andrea Agresti. 

Ho conosciuto Andrea nei primi anni Novanta quando girava su una fiat 126 verdognola e il volume dei suoi riccioli invadeva quasi tutto l’abitacolo. Ricordo che per prendere in giro quelli come me che avevano il telefono in auto, aveva montato un apparecchio della SIP sul cruscotto della 126, e ai semafori faceva finta di telefonare in maniera molto animata per farsi notare da tutti. Erano i tempi in cui io, con Niki Giustini, Roberto Vivarelli e altre persone, avevamo contribuito a far metter su Radio Sorriso, un’emittente che, con la propria linea editoriale, avrebbe dovuto seguire il successo dei programmi di Carlo Conti: Succo d’Arancia, Vernice Fresca e Aria Fresca. Il giovane Agresti conduceva un programma dal titolo “Sorrisi e Sfondoni”, un format (tengo a precisarlo) ideato da me, ma, ahimè, registrato da lui alla SIAE, e da lui portato ad Emme Radio dopo la prematura chiusura di Radio Sorriso. Prima o poi lo porterò in tribunale! 

Per il capellone di Valenzatico il primo successo arrivò dopo la sua irruzione a Sanremo nel febbraio 1997, dove si recò in maniera del tutto improvvisata, con l’amico operatore Luca Paolieri e il fotografo Adriano Tesi. Facendo dell’Hotel Londra il loro quartier generale, riuscirono ad intervistare molti big della canzone, opinionisti e artisti in genere, realizzando una produzione di una quarantina di minuti alla quale fu dato il titolo “A Sanremo Vincenzo”. Fu proprio grazie a questo suo primo lavoro, che già faceva intravedere le sue doti di “inviato d’assalto” che fu preso da Boris Mugnai, patron di RTV 38, dove condusse per qualche anno i programmi, “Per la Strada Vincenzo”, “Ufficio Reclami” e “L’ha detto la televisione”. All’epoca, visto che i diritti di autore del mio programma radiofonico non li ho mai riscossi, ho fatto fare ad Andrea alcune campagne di miei clienti: lo spot televisivo di Planet Shop, quello di Centrocucina (per il quale addirittura fu montata una cucina completa a Firenze in Piazza della Signoria) e più avanti lo spot del Mercatone Florenzi. Da questa visibilità locale, Andrea nel 1999 fu notato dal direttore marketing di Findomestic, Stefano Martini, che lo scelse come testimonial per la pubblicità nazionale di Carta Aura. Questo fu veramente il suo trampolino di lancio. Arrivarono poi una decina di servizi per il telegiornale satirico di Antonio Ricci “Striscia la Notizia”. Una parte in sei puntate della serie “Carabinieri” dove l’Agresti interpretava Paolo Berardi, un ricettatore tossicodipendente. Quattro stagioni ne “I Raccomandati” di Carlo Conti dove dette vita al suo tormentone strimpellato “Esilarante”. Ancora con Conti, sempre su Rai Uno “Fratelli di Test” e “Voglia di Aria Fresca”. Da ormai quindici stagioni Andrea Agresti è inviato per “Le Iene” su Italia Uno e ultimamente ha condotto anche il programma in studio. 

Per via di questo suo lavoro, Andrea si è stabilito a Milano e con la sua compagna Sabrina ha messo su famiglia: hanno due gemelli, Carolina e Luca nati nel 2015, sicuramente due futuri artisti che a differenza del loro genitore, non parleranno toscano, ma milanese. Lui però afferma: «Ho insegnato ai miei figlioli a farmi chiamare “babbo” e ci sono riuscito! Questo mi rende orgoglioso perché loro sono nati nella terra dei papà».

Quello che però molti non sanno è che Andrea, quasi per diletto, fa anche il musicista e il cantante. Ha iniziato con Gabriele Bellini suonando e cantando “heavy metal demenziale” dice lui, qualche anno fa. Attualmente va in giro a far serate alternandosi con due band diverse: la “4 ever Band” che suona musica degli anni ’70 ’80 ’90, e con gli “Squinternati Animati” che suonano sigle di cartoon anni ’80, il cui tastierista è di Quarrata, si chiama Stefano Silano (detto Naspo). 

Questo è l’Agresti, il nostro concittadino famoso che molto onore rende a Quarrata. Lui però non si è montato la testa, infatti, quando ci sentiamo dopo una sua apparizione televisiva, e io gli confido di averlo visto in televisione accanto a quell’attore o attrice di fama internazionale, lui mi risponde con il nostro solito tormentone: «Eh sì, un guardare che noi si saluta tutti, ma un si dovrebbe mica». Una delle tante frasi ad effetto ideate dall’amico Franco Guerrieri, purtroppo scomparso nell’agosto dello scorso anno.

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