L’alluvione a Quarrata fra danni e tanta paura

L’alluvione a Quarrata fra danni e tanta paura

di Daniela Gori

dicembre 2023

2 novembre 2023: una data che sarà difficile da dimenticare per i cittadini di Quarrata e della piana. Una lunga notte, che sembrava non finire mai, quando l’acqua è diventata come una maledizione, con i temporali uno dietro l’altro, le bombe di pioggia, il vento che portava via alberi e tegole. E la furia dell’acqua faceva paura, quando scesa giù dalla collina ha invaso le strade di Quarrata, Catena, Valenzatico e poi Olmi. Causando enormi frane ha devastato Montemagno, Colle, Tizzana, Buriano, Tacinaia, Lucciano. Continue le richieste di intervento, pervenute al Centro Operativo Comunale che era già stato aperto dal pomeriggio dove la mancanza di energia elettrica ha portato ulteriori complicazioni. Tante le persone salvate, cadute nell’acqua mentre a piedi cercavano di tornare a casa, aggrappate a pali o dentro le auto che sbandavano e galleggiavano. Immagini terribili che hanno invaso gli smartphone, diffondendosi in modo capillare come testimonianza di un evento inaudito per la veemenza. 

Alle prime luci dell’alba la paura di quella notte ha lasciato il posto alla disperazione. E i racconti si assomigliano un po’ tutti, nel descrivere la nottata con l’acqua del torrente Fermulla che, uscito dall’argine nella zona centrale di San Lorenzo, ha cominciato a invadere le strade (da via Pretelli, verso i Ronchi e poi per via Corrado Da Montemagno, Via Roma, piazza Risorgimento, Via Montalbano) aumentando sempre di più fino a correre con una violenza inaudita, rendendo pericolosissimo percorrere le strade cittadine a piedi o anche con qualche mezzo. Nel centro della città, davanti ai negozi, in mezzo al fango, ai detriti portati dall’acqua, ai pezzi di vegetazione, alle automobili trascinate e danneggiate, tutti hanno cominciato subito a cercare di spazzare via l’acqua e buttare fuori i resti di pezzi di arredamento, merce, scaffali, apparecchiature elettroniche completamente rovinati e ricoperti di fango. Per giorni le pompe hanno risucchiato l’acqua dagli scantinati, dalle rimesse, dai magazzini. 

E se Quarrata è stata attraversata dall’acqua della Fermulla, passata veloce come una enorme colata di fango, a Catena sembrava come se ormai non volesse più andare via, con il cedimento dell’argine della Stella e durante la seconda allerta meteo dopo alcuni giorni a causa di una nuova fuoriuscita dal punto già lesionato. Un incubo, per tutta la zona del Ponte Torto. 

Neanche Olmi è stato risparmiato, invaso il giorno seguente dalle acque basse provenienti dai fossi e dai campi. In mezzo a tanta disperazione, non sono mancate le manifestazioni di solidarietà reciproca, tra le lacrime gli abbracci, gli aiuti. 

Da tutta la provincia, ma anche dal resto d’Italia, sono arrivati viveri, acqua in bottiglie, detersivi e spazzoloni, oggetti di prima necessità, perché tutto serve quando non si ha più nulla. Raccolte di fondi a sostegno delle famiglie alluvionate, dei negozi, della biblioteca Michelucci, sono iniziate ovunque, innescate dalla gara di aiuti economici a cui chi con pochi euro chi con cifre più cospicue una moltitudine di cittadini hanno partecipato. A mettere in difficoltà le famiglie e le imprese in quei giorni di così tante avversità anche l’assenza di energia elettrica, le linee telefoniche in tilt, l’acqua del rubinetto che prima mancava, poi non era potabile, la viabilità interrotta. 

Ingenti i danni alle attività commerciali e produttive, alla Biblioteca Michelucci che ha attivato la procedura d’emergenza per l’archivio storico, all’ufficio postale chiuso perché completamente allagato sia all’interno che all’esterno. Fango e melma anche dentro le scuole Munari, Don Puglisi, e Dante Alighieri, mettendo fuori uso materiale didattico e tecnologico. Per giorni e giorni i cumuli di rifiuti fangosi ai lati delle strade hanno testimoniato la devastazione dell’alluvione e la necessità di ripulire per ripartire prima possibile, con forza e coraggio, anche se le ferite di questa catastrofe resteranno ancora a lungo.

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