Lamberto Prestandrea

Lamberto Prestandrea

di Carlo Rossetti

dicembre 2013

Lamberto Prestandrea è stato il titolare della più vecchia gioielleria di Quarrata, un negozio di lusso posto nella centralissima piazza Risorgimento, la cui apertura risale al 1946. Ripercorrere la sua vicenda umana e professionale vuol dire risalire indietro nel tempo, per ritrovare una storia avvincente degna di essere raccontata.

Nasce a Signa dove il padre, di origine siciliana, è carabiniere; quindi, verso i dieci anni va ad abitare con la famiglia in Calabria, per il trasferimento lì del genitore, a causa del servizio. Appena dodicenne inizia a lavorare presso la bottega di un orologiaio, apprendistato che gli consente di imparare un mestiere verso il quale dimostra di avere spiccate attitudini: la calma e la manualità. E’ un lavoro che svolgerà tutta la vita e che, come vedremo, gli risulterà utile proprio per la vita stessa. Infatti è da poco militare quando, dopo l’8 settembre 1943, viene catturato dai tedeschi e deportato in Germania in un campo di concentramento, luogo in cui conosce d’un tratto una realtà che non avrebbe mai immaginato, per le atrocità che vengono commesse. E’ l’aspetto della guerra, nella sua dimensione più aberrante, che gli fa capire in quel momento che la sua vita è appesa a un filo. Insieme ad altri, è costretto a scavarsi la buca in attesa di essere fucilato, esecuzione che fortunatamente viene sempre rimandata. Successivamente, conoscendo quale sia il suo mestiere, gli viene affidato dai tedeschi il compito di riparare i vari orologi del campo, in particolar modo quelli a cu-cù. Da quel momento diventa un prigioniero utile e proprio per questo può contare sulla salvezza, almeno momentaneamente. Si può dire in questo caso, ora che vi si può scherzare su, che ha fatto “cu-cù” alla morte.

Nel 1945, quando, già in precarie condizioni fisiche e psichiche viene liberato dai militari sovietici, riprende come uno sbandato la via di casa. Ma non è finita qui. Una delle prime soste è a Dresda dove incappa nell’ultimo e inutile bombardamento che la città subisce da parte degli inglesi. Mentre muoiono alcuni compagni che sono con lui, Lamberto si salva miracolosamente anche questa volta. Tappa dopo tappa, attraverso decine e decine di luoghi, giunge con mezzi di fortuna, ma soprattutto a piedi, a Quarrata, perché qui sa di trovare un fratello, il quale è fidanzato con una ragazza del posto. È proprio a Quarrata che comincerà finalmente una nuova vita. Di questa esperienza devastante che gli ha lasciato il segno, ha tenuto giorno per giorno un diario, ora gelosamente custodito dalla figlia Patrizia, che costituisce per lei e la sua famiglia un patrimonio affettivo di enorme valore. Sarebbe bello se un giorno potesse essere pubblicato, per il suo grande valore storico e umano. Le sofferenze e le umiliazioni a cui è stato sottoposto, saranno una prova che d’ora in poi gli servirà per affrontare con coraggio i vari passaggi della vita che saranno ridimensionati dal ricordo dell’esperienza bellica.

Perciò, una volta a Quarrata, non si perde d’animo e in una piccola stanza che gli viene messa a disposizione, apre una bottega di orologiaio. In poco tempo può contare su una clientela che aumenta giorno per giorno e che gli consente di unire alla riparazione di orologi, anche la vendita di oggetti di oreficeria. E’ tanto l’impegno, la voglia di lavorare, il desiderio di farcela, che non gli fa fatica in alcuni giorni della settimana, durante la pausa del pranzo, di inforcare la bicicletta e recarsi a Firenze per i suoi rifornimenti. Dopo circa tre ore, è di nuovo al suo banco di lavoro con il monocolo all’occhio. Ma c’è di più; trova anche il tempo per andare ad aiutare un collega a Carmignano che necessita del suo intervento per qualche lavoro di una certa delicatezza, sapendo di contare sulla sua capacità professionale. Il piccolo negozio comincia ad essere frequentato anche da Cesare Strazza, “il sig. Cesare”, pensionato del dazio capitato a Quarrata, che viene a passare il tempo libero da Lamberto e che ha la passione per la riparazione di orologi. La sua diventa presto una presenza giornaliera impegnato com’è nella riparazione di sveglie, perché data l’età non è in grado di affrontare per la vista, i piccoli meccanismi degli orologi. Per Lamberto diventa un collaboratore prezioso, che lo sostituisce quando non c’è e nel quale vede un secondo padre.

Dopo alcuni anni, visto il buon andamento del lavoro, Lamberto decide di aprire un vero e proprio negozio in piazza Risorgimento, che fin dal primo momento può soddisfare qualsiasi esigenza della clientela. E’ il 1946, come abbiamo detto. Nel 1949 si sposa con Marianna Pretelli, che sarà per lui un aiuto e un appoggio importante nella vita e nel lavoro. Successivamente nasce la figlia Patrizia che, una volta cresciuta e finiti gli studi, affiancherà il padre nella conduzione del negozio. Proprio la presenza di Patrizia apporterà al negozio una nuova impronta per il gusto raffinato che le è proprio. Fin da ultimo Lamberto non ha mai lasciato il posto di lavoro, mai fatto un giorno di ferie, tanto era il piacere di essere presente nel suo negozio, concedendosi solo il pomeriggio domenicale allo stadio comunale di Quarrata, per assistere alle partite della squadra locale, di cui era un tifoso accanito. Si può senz’altro affermare che per Lamberto Prestrandrea, la famiglia prima e il lavoro poi, siano stati i valori assoluti, i cardini sui quali ha basato la sua vita. E proprio per questi valori, per la sua onestà, per l’appartenenza a una categoria di uomini di una volta, che è importante ricordarlo.

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