di Daniela Gori
dicembre 2020
Succede un po’ ovunque, che le zone al limite tra due comuni presentino delle problematiche legate alla posizione, alle differenze tra le due amministrazioni, alle inevitabili questioni di fossi, depuratori, viabilità. Spesso poi ai residenti delle frazioni periferiche i problemi appaiono tanti e gli investimenti per risolverli scarsi.
A Catena, per esempio, il territorio comunale di Quarrata confina con la frazione di Seano del Comune di Carmignano, appartenente addirittura ad un’altra provincia, quella di Prato. Qui i residenti reclamano una maggiore attenzione alla manutenzione dei marciapiedi, delle strade, e del giardino pubblico dove occorrerebbe tagliare l’erba più spesso e tenere più pulito. La via Fiorentina, un’arteria di collegamento di notevole rilevanza, qui entra nella provincia pratese portandosi con sé tutte le questioni riguardo alle competenze per la manutenzione.
Stessa cosa succede a Casini nell’ultimo tratto di via Firenze, che supera la Statale Fiorentina e arriva a collegare la città con il casello autostradale di Prato Ovest: qui un intreccio di responsabilità mettono a confronto Comuni, Province e Regione.
Ma i guai che riguardano la viabilità di confine sono anche a Valenzatico, sulla via Fiorentina primo tronco, che segna il confine tra Quarrata e il comune di Pistoia, e dove la presenza di numerosi vivai comporta un transito continuo di tir e furgoni di dimensioni importanti. Per questo è iniziata una querelle a causa della decisione dell’amministrazione pistoiese di intervenire mettendola a senso unico per i camion, in direzione Valenzatico. Il provvedimento però dirotta tutti i mezzi pesanti su via Bottaia, a Barba, e su via del Cantone, a Valenzatico, che si immettono sulla via Statale con intersezioni già oggi molto critiche e pericolose, ed infine sull’incrocio di Olmi, che già soffre per l’intenso traffico e, dunque, anche per il conseguente inquinamento da polveri sottili.
A Ferruccia intanto, al confine con Agliana, la Senice crea qualche problema di allagamento nei campi coltivati: qui è stato iniziato l’iter per richiedere al Consorzio di Bonifica Medio Valdarno di prendere in mano la sistemazione. Con una petizione i residenti hanno chiesto di avviare la procedura per inserire fra le opere di manutenzione del Consorzio anche il tratto del fosso Senice Dogaia che ha origine dall’Ombrone e arriva fino a via Ceccarelli, vicino al lato sud; qui sarebbe necessario migliorare la pervietà del canale al flusso delle acque, impedendone così la consueta invasione nei campi coltivati limitrofi. Proprio per portare avanti la procedura, si è svolta un paio di mesi fa un’assemblea presso il centro sportivo locale Green-sport, a cui ha partecipato il direttore generale del Consorzio Ombrone Iacopo Manetti. L’auspicio per i residenti di Ferruccia è che il fosso Senice-Dogaia, attualmente di proprietà del Demanio, veda al più presto gli interventi utili al miglioramento del deflusso.
Se poi guardiamo ai frequenti allagamenti, dovuti al sovraccarico del reticolo idrografico nei periodi di ingenti precipitazioni, si torna a parlare dell’annosa faccenda del dover rallentare il deflusso delle acque che dal territorio del Comune di Pistoia scendono verso Quarrata. A questo proposito, qualcosa è già stato fatto e l’Ombrone potrebbe presto avere una cassa d’espansione nell’area dell’ex Campo di volo, a Pistoia. L’accordo di collaborazione è tra Regione Toscana, Comune di Pistoia e Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale. Sono stati presentati martedì 28 luglio i contenuti dell’accordo di collaborazione tra Regione Toscana, Comune di Pistoia e Autorità di bacino dell’Appennino settentrionale per la realizzazione della cassa di espansione sul torrente Ombrone in località Campo di volo. Dopo aver fatto varie opere per la laminazione a Quarrata, ora spetterebbe infatti a Pistoia il completamento del piano che arriverà a contenere le piene dell’Ombrone. Il progetto accantona la vecchia ipotesi dei Laghi Primavera, ma mantiene le stesse caratteristiche e la stessa capienza nell’invaso. La cassa, con un volume di invaso intorno a 650.000 metri cubi, oltre a raccogliere le piene dell’Ombrone pistoiese, dovrà essere in grado di assorbire anche le eventuali esondazioni del vicino fosso del Brusigliano.