di David Colzi
marzo 2021
Il 9 marzo 2020 è una data che non scorderemo mai, perché è quando tutta l’Italia è diventata “zona protetta” e la parola “lockdown” è entrata definitivamente nel nostro lessico comune. Un duro colpo per tutti. A farne le spese anche il mondo della scuola – che tirò giù le serrande il 5 marzo – il quale ha dovuto imparare un nuovo termine, “DAD”, acronimo di Didattica A Distanza. Ad un anno da quella fatidica data, siamo andati a fare un giro presso il Liceo artistico di Pistoia, nella sua sede di Quarrata, che rappresenta l’unica scuola superiore del Comune. Ad accoglierci il professor Daniele Rossi, collaboratore della dirigente e responsabile del plesso, nonché insegnante di Discipline pittoriche. «Quel 5 marzo ci trovò tutti impreparati», ci dice subito il professore «perché nessuno si aspettava quel che poi è accaduto». Dopo lo shock iniziale e le indicazioni che arrivavano un po’ per volta, anche al Liceo Artistico iniziarono ad entrare nella logica delle lezioni davanti al computer, con l’utilizzo della videocamera e con l’uso di mail e Whatsapp per interagire con gli studenti in tempo reale. Certamente le difficoltà sono state superiori per tutte le scuole come questa, che fanno delle materie pratiche e della collaborazione progettuale fra studenti, la loro peculiarità.
Con la fine dell’anno scolastico 2019/2020 e con la prospettiva, purtroppo disattesa, di un ritorno graduale alla normalità, la sede di Quarrata iniziò in estate a prepararsi ad un ritorno in presenza degli alunni. «In accordo con la dirigenza cominciammo ad attrezzare gli spazi» dice il professore, «per consentire il giusto distanziamento fra i banchi. In questo siamo stati facilitati, perché la sede ha aule grandi che si prestano bene; comunque il lavoro di spostamento di mobili e attrezzatura non è stato indifferente. In più, fin da subito, introducemmo l’obbligo di mascherine per tutti i ragazzi anche da seduti e questo ci ha preservati dall’avere tanti contagi». Poi in autunno c’è stata di nuovo la retrocessione in “arancione” della Toscana, quindi la presenza degli alunni, è passata al settantacinque per cento, poi la “zona rossa”, quindi di nuovo tutti a casa, ma con la possibilità, una volta alla settimana, di tornare in presenza per le materie pratiche. Anche in questo caso i ragazzi di Quarrata sono stati agevolati in quanto la sede ha poche classi, ovvero due prime, due seconde, due terze, due quarte e una quinta per un totale di circa 180 studenti, quindi la turnazione per la presenza è stata possibile senza intoppi. Sempre il numero ridotto di ragazzi, ha consentito, quando la didattica era al cinquanta per cento in presenza, di non spacchettare le classi per avere metà studenti in aula e gli altri in videoconferenza da casa, ma invece ha permesso a intere classi di andare a scuola, alternandosi nei giorni con le altre. Solo la quinta è sempre rimasta in presenza, perché si doveva preparare all’Esame di Stato. «Facciamo quel che possiamo» dice Rossi, «d’altronde è risaputo che la distanza demotiva i giovani. In particolare abbiamo notato che in questa situazione, gli studenti di prima e seconda fanno ancora più fatica a staccarsi dalle loro famiglie e a creare amicizie. Non va meglio per quelli più grandi, perché anche loro avrebbero bisogno dei coetanei per condividere il classico turbinio delle emozioni adolescenziali, e invece si ritrovano soli, quindi gli viene a mancare una valvola di sfogo, oltre alla possibilità di confrontarsi con gli insegnanti».
La DAD è molto stressante? «Sì» ammette il professore, «sia per gli studenti che per gli insegnati. A questo poi si aggiungono i problemi tecnici come la connessione internet che salta o che va a rilento». E a scuola i ragazzi come si comportano? «Sono rispettosi delle regole e pazienti; non possiamo che essere contenti di loro, perché si dimostrano tutto sommato consapevoli dei rischi, nonostante manifestino una certa insofferenza». Utile, da questo punto di vista, è la presenza della psicologa, che da due anni si reca in sede una volta a settimana, sempre su appuntamento. Come è facile intuire, dall’anno scorso le richieste dei consulti fra i ragazzi sono aumentate esponenzialmente. «In questo momento il pericolo più grande è perdere per strada i ragazzi che hanno più difficoltà» aggiunge il professore.
Rimandate poi a data da destinarsi tutte quelle attività extra scolastiche che offrivano ai ragazzi un doposcuola alternativo, come il corso di teatro, che ogni anno portava uno spettacolo al Bolognini e al Nazionale di Quarrata (quando era ancora in attività). Oltre a questo sono state sospese tutte le uscite didattiche nei luoghi d’arte, da sempre alla base della programmazione del Liceo. Impraticabile anche la possibilità da organizzare la classica mostra di fine anno, nella sede di Pistoia. Mentre ad oggi prosegue il lavoro della cooperativa interna alla sede quarratina “Superquart”, creata nel 2019 per vendere i prodotti ideati e realizzati dai ragazzi, investendo poi il ricavato in progetti scolastici e non solo.
Ci piacerebbe concludere l’articolo con una nota positiva, ma mentre scriviamo, siamo all’inizio di marzo, Pistoia e provincia sono ripiombate in “zona rossa” e il nuovo Dpcm del Governo prevede che tutte le scuole di ordine e grado nelle aeree di questo colore, vadano in DAD al cento per cento… andrà tutto bene?