Linda Battaglia – Quattro chiacchiere con una ragazza semplice che sogna in grande

Linda Battaglia – Quattro chiacchiere con una ragazza semplice che sogna in grande

di David Colzi

settembre 2008

Linda, qui da noi tutti ti conoscono per il tuo lavoro nel mondo dello spettacolo e come testimonial pubblicitaria, ma tu che ragazza sei nella vita di tutti i giorni?

Sono un ragazza semplice, tranquilla, e nonostante la mia giovane età e la mia professione, non frequento l’ambiente dello star system, delle discoteche né dei locali alla moda. Adoro stare con la mia famiglia e con il mio ragazzo, ovviamente nel poco tempo che mi resta, dato che il lavoro mi assorbe molto.

Qualcuno ha detto, <<l’umiltà e la semplicità sono le due vere sorgenti della bellezza>>… ti rivedi in questa frase?

Tantissimo! Nonostante io lavori nel mondo dell’immagine credo che l’aspetto fisico non sia una cosa fondamentale per far piacere una persona agli altri: certo la bellezza aiuta, ma se uno non ha personalità, oppure si pone in maniera arrogante, risulterà comunque sgradevole agli occhi di chi guarda. E’ proprio come dici tu: umiltà e semplicità!

Che tipo di bambina è stata Linda Battaglia?

I ricordi della mia infanzia sono legati alla danza perché mi è sempre piaciuto ballare: mia mamma mi ha sempre detto che fin da piccola, come sentivo un motivo musicale, iniziavo subito a muovermi, a dimenarmi. Invece con mio nonno Vivaldo Matteoni, ascoltavo molto le opere liriche come la Traviata o il Rigoletto, immaginandomi di essere la protagonista che recitava e cantava. Così improvvisavo delle recite in salotto ed il pubblico erano i miei familiari. (sorride)

Torniamo al presente. Fra tutte le esperienze lavorative che hai avuto, quale ti piacerebbe approfondire, per poter costruire una carriera professionale?

Sicuramente il cinema, anche se per ora non ho avuto molte occasioni lavorative in questo settore. Ho fatto qualche pubblicità a livello locale o regionale e tra breve avrò una piccola parte in un cortometraggio con Niki Giustini, Graziano Salvadori, Alessandro Paci. Sai un pò “di scuola” me l’ha fatta mio nonno Vivaldo, con la sua esperienza di attore che ha lavorato in Rai a fianco di personaggi del calibro di Gino Cervi e tanti altri. Se son rose…

Hai mai partecipato a concorsi di bellezza?

Circa quattro anni fa, son arrivata alle semifinali regionali di miss Italia alla Bussola di Forte dei Marmi, e purtroppo mi son dovuta ritirare per motivi di salute. Così mi sono riproposta l’anno successivo e sono arrivata alle finali regionali a Casciana. Poi l’anno scorso ho partecipato a Miss Grand Prix, arrivando alle pre-finali a Salso Maggiore. Quei giorni li ricordo come un periodo fitto di impegni, dove si andava a letto alle 3 di notte dopo le sfilate ed alle sei del giorno dopo si era di nuovo in piedi per ricominciare. Poi sono passata alle finali dove sono arrivata seconda, vincendo tra l’altro la fascia di Miss Hawaian Tropic.

Cosa ne pensa la tua famiglia ed il tuo ragazzo di questo lavoro che ti porta sempre in giro per il mondo?

La mia famiglia è contenta anche se preferirebbe che io avessi un lavoro sicuro, stabile, anche perché nel mondo della moda, magari un mese lavori tantissimo mentre il mese dopo fai poco o niente. Adesso per esempio non sto mai a casa, e questo ovviamente fa un pò ingelosire il mio ragazzo… (sorride)

Hai da poco compiuto 22 anni: dove ti vedi tra altri dieci ? 

Il mio sogno sarebbe diventare un attrice o meglio ancora una Show girl, per potermi occupare di spettacolo a 360 gradi, dalla danza al canto alla recitazione. Comunque per i trent’anni mi vedo anche come mamma e moglie. Se poi non mi andrà bene con il lavoro nello star system, c’è sempre l’edicola di famiglia, con mia mamma e mio fratello che mi aspettano a braccia aperte. (sorride)

Questa pubblicazione si occupa di Quarrata – quindi ti chiedo, cosa rappresenta questa città per te?

Quarrata è tutta la mia vita! Pensa che la settimana scorsa sono stata fuori per lavoro, da Lunedì a Venerdì ed ho sofferto tantissimo per la lontananza da qua. Forse parlo così perché ho ricevuto tanto affetto da questa città e perché alla fine sono cresciuta nell’edicola di famiglia, in piazza Risorgimento in mezzo alla gente, ridendo e scherzando con tutti. Ti confesso che l’anno scorso ho rifiutato un lavoro nell’agenzia di Edoardo Costa a Milano, solo perchè dovevo stare dei mesi lontana da voi.

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