di Carlo Rossetti
giugno 2018
Una voce pacata e suadente, un volto intenso che campeggia in primo piano, sono gli elementi principali che costituiscono il cortometraggio L’isola Mary. E’ Mary, moglie dell’indimenticabile Alfredo Fabbri, scomparso il 3 febbraio 2010, artista la cui opera ha lasciato un segno personalissimo nell’ambito della pittura, a raccontarci in una lunga intervista la sua vita a fianco del marito. Film, che a partire dalle prime immagini suscita un flusso di emozioni per un racconto lucido, intenso, di una vita e di un amore ancora vivi e palpitanti nell’anima di Mary. Alfredo appare qua e là in qualche documento d’epoca, ma pure quando non compare, si avverte la sua presenza in un’immaginaria sovrimpressione.
E’ anche la storia di una donna che si mette a nudo, pronta a raccontarci i primi incontri con Alfredo, i fremiti di un amore che nasceva con una forza viva e dirompente, in una realtà ancora difficile, quella del dopoguerra. Parla anche del figlio Maurizio e lo fa delicatamente con dolcezza, con la comprensione che solo una madre come lei può avere, perché è grande la sua ricchezza interiore. Ed è qui che veramente è difficile trattenere l’emozione che attanaglia la gola.
Riccardo Boccardi, alla prima esperienza cinematografica, ha trattato il tema con partecipazione e sensibilità, fondendo perfettamente il materiale di repertorio con l’intervista di Mary. A guidarlo e a sorreggerlo in questo progetto, che ha voluto dedicare all’amico Giancarlo Zampini, deve essere stata la grande personalità di Mary, di cui ha subìto l’incanto e il fascino fino dai primi incontri. Ci va di sottolineare che il cortometraggio avrebbe potuto fare a meno delle immagini di contorno, tanto sono belli e suggestivi i primi piani di Mary, che ci offrono un volto a cui il tempo ha aggiunto una suggestiva bellezza.
Un bellissimo commento musicale si è fuso magistralmente con le immagini, facendo da detonatore alle emozioni suscitate nel pubblico. Una cronaca familiare che affascina, emoziona e fa pensare.