di Piera Salvi
settembre 2017
Dai fusti quarratini alle foto internazionali per l’Ansa. E’ la storia di Luca Castellani, quarratino doc che, come tanti giovani nati nella città del mobile, era avviato all’attività di falegname, realizzando fusti in legno nell’azienda del padre. Ma fin da bambino era appassionato di fotografia, in particolare quella che riguardava la natura e gli animali. Così ha frequentato corsi, scoprendo che oltre alla passione aveva talento, un talento messo a frutto: è quindi passato dalla passione alla professione diventando fotoreporter giornalista pubblicista corrispondente per l’Agenzia Nazionale Stampa Associata.
Dunque Luca raccontaci la tua storia…
Avevo otto anni quando ho fatto le prime riprese. Ero a un matrimonio ad Agliana e mi misero in mano una cinepresa. Dal 1993 ho iniziato l’attività in questo settore aprendo un negozio di videocassette e fotografia a Valenzatico. Fino al 1998.
Come hai scoperto di avere talento nel catturare le immagini?
Ai corsi le mie foto erano sempre ritenute le migliori. Presi entusiasmo e cominciai a frequentare TV Quarrata con Luciano Michelozzi, Giancarlo Zampini e altri: tutti mobilieri. Cominciai facendo riprese per l’emittente quarratina. Rimasi folgorato dai servizi di cronaca quando mi trovai a farne uno casualmente e sentii lo stimolo del fotoreporter. Le prime collaborazioni furono con l’edizione locale dell’Unità, poi con Il Tirreno e infine con La Nazione, quotidiano che è stato il mio primo amore, che è stato ed è come una famiglia, con il quale collaboro da oltre venti anni.
E come sei arrivato a produrre servizi internazionali per l’Agenzia Nazionale Stampa Associata?
(Luca ride) Un giorno decisi di andare a Roma, alla sede dell’Ansa, con il mio curriculum in tasca. Il direttore non c’era ma riuscii a lasciare il curriculum nel suo ufficio, appoggiato allo schermo del computer. Mi richiamarono e cominciai a fare servizi da Pistoia. Piacevano. Così sono riuscito a fare servizi di interesse mondiale, dalla strage di Viareggio ai capi di Stato, a foto di maniera diffuse su riviste e testate giornalistiche cartacee e online.
Quindi sei soddisfatto?
Penso che sia il top per chi ama fare questo lavoro. Se avessi conosciuto questa professione prima sicuramente avrei girato il mondo. Ma quando si sono aperte queste opportunità mi hanno trattenuto le ragioni familiari. (Luca è sposato e padre di due stupendi figli, maschio e femmina). Comunque ho cercato di tenermi care le cose che a livello professionale mi danno più soddisfazione e che mi consentono di avere uno stipendio.
Com’è cambiata la professione di fotoreporter con il digitale?
Servono più video. La foto è sempre bella ma la puoi fare se sei fotografo assunto presso un’agenzia.
Sogni qualcosa di nuovo nella tua professione?
Sì, per esempio video interviste e servizi più curati, evolvendomi come si evolve la società. Sogno di poter documentare veramente lo spostamento dei popoli e della civiltà e i bisogni reali dell’umanità. Siamo in un’epoca storica.
Un consiglio da dare a chi sta cercando la sua strada?
Ognuno ha il diritto di provare, ma le cose vanno fatte con passione e con i mezzi disponibili al momento.