di Luciano Tempestini
settembre 2024
Oramai, il raccontare le vecchie glorie del Quarrata calcio, è diventato un appuntamento fisso per la nostra rubrica di sport, ed anche stavolta non vogliamo sottrarci, presentandovi Luigi Ferrara, detto “Gigi”, centrocampista di gran classe, ma… un po’ svogliato, per sua stessa ammissione. Classe 1957, originario di Nocera superiore in Campania, Ferrara ha militato in diverse squadre di serie D e Promozione, tra cui: Venosa, Ternana (dove ha giocato nella Primavera in serie A) e naturalmente il Quarrata.
Curiosamente, il suo arrivo da noi, è legato al mio mestiere di responsabile alle vendite per una ditta di mobili pisana, oltre che alla mia passione per il calcio (all’epoca commentavo le partite della nostra squadra su Radio Prato). Tutto cominciò con una richiesta di Arzelio Belli, allora dirigente dell’A.C. Quarrata, sotto il presidente Mario Tempestini. Lui, sapendo che sarei andato con un rappresentante in Umbria, mi chiese se potevo passare da Terni presso un importante mobiliere mio cliente, il signor Franceschini, accompagnatore responsabile delle giovanili della Ternana Calcio. Qui, se volevo, avrei avuto licenza di contrattare per conto dell’A.C. Quarrata, l’acquisto di Mauro Di Virgilio, ottimo centrocampista. Accettai con entusiasmo la proposta del Belli e alla fine riuscii a spuntare un buon prezzo. In più, per suggellare l’affare, ci vennero dati altri tre giocatori tra cui il nostro “Gigi”; questo però fu merito delle astute trattative telefoniche di Arzelio. Così il giocatore campano arrivò in città nel 1974, a campionato iniziato, disputando subito nove partite, e con noi concluse la sua carriera nel ’79 (con una pausa nel 76/77 per il servizio di leva, dove fra l’altro entrò nella rappresentativa dilettanti della Nazionale militare!)
Incontrando “Gigi” per raccogliere informazioni, non ho potuto fare a meno di chiedergli quale sia stato il periodo calcistico più bello per lui, e senza esitazioni ha detto quello con l’allenatore del Quarrata Silvano Grassi, che seppe esaltarne il gioco, portandolo alla convocazione nella rappresentativa della Nazionale dilettanti nel 1976.
Io l’ho visto giocare tante volte e devo dire che in campo, oltre alla tecnica, sapeva usare testa, riuscendo a passare ottime palle agli attaccanti, affermandosi quindi come un “centrocampista di regia”, potendo fra l’altro contare sempre sul supporto del fedele compagno Di Virgilio. Non a caso loro due insieme, hanno dato molte soddisfazioni alla squadra, e il tandem di centro campo Ferrara – Di Virgilio è ancora ricordato da tanti tifosi con i capelli bianchi. Però, come abbiamo detto all’inizio, Ferrara, era un po’ svogliato, non amava molto correre indietro e avanti durante la partita, ma in compenso aveva un tocco ed un controllo palla eccezionali, che gli permettevano di giocare quasi da fermo. Sul suo conto rammento ancora le critiche che gli venivano mosse a Radio Prato, su tutte quella di non avere continuità nel gioco; ma io, lo ammetto, sono sempre stato suo fan, forse perché avvertivo la responsabilità di aver contribuito a farlo arrivare qua da noi. Comunque sia, lo reputo a tutt’oggi uno dei migliori giocatori che abbiano indossato i colori giallo rossi.
Ma la città del mobile gli ha offerto molto più della carriera calcistica, cioè l’amore. Infatti negli anni agonistici, conobbe la sua futura moglie, Sandra, figlia del Cavalier Silvano Peruzzi. E fu proprio il suocero, una volta che lui appese le scarpe al chiodo, a inserirlo all’interno del mobilificio di famiglia. E qui, rientro di nuovo in “campo” io, perché un giorno, mi chiese se poteva imparare da me il mestiere di rappresentante di mobili e così per due anni siamo stati fianco a fianco in giro per l’Italia. Poi lui ha preso la sua strada, facendosi il suo giro di clienti. Proprio l’anno scorso è andato in pensione, soddisfatto e grato di quello che Quarrata gli ha offerto per tutta la vita.